di Daniele Bovi
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L’applauso più convinto e lungo lo prende quando loda le istituzioni locali che non sono venute ad ascoltarla: «Sono stata ricevuta dalla presidente Catiuscia Marini, dal sindaco Wladimiro Boccali e dall’assessore alla Cultura Fabrizio Bracco ai quali ho esposto il mio programma. E’ giusto che nessuno di loro oggi sia qui: le istituzioni sono di tutti, non di un solo candidato». A parlare è Lidia Costamagna, professoressa di glottologia e linguistica e sfidante di Giovanni Paciullo per la poltrona di rettore dell’Università per stranieri. Il riferimento polemico è a quanto successo lunedì, quando nell’aula magna dell’Ateneo ad ascoltare Paciullo c’erano parlamentari ed ex parlamentari, consiglieri regionali come Maria Rosi (Pdl), il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi venuto per dire «qualche parola di sostegno al mio amico Paciullo» e anche il numero uno della Camera di commercio.
Candidatura spontanea Presentando la sua sfida nell’aula 11 dell’Ateneo, di fronte a un gruppo di colleghi e personale amministrativo, Costamagna ha ribadito quanto detto nel corso dell’intervista a Umbria24: «La mia – ha spiegato – è una candidatura che non è stata costruita a tavolino ma è sorta in modo spontaneo. Vivo in questa università da 34 anni, le ho dedicato molto tempo e queste istituzioni soffrono quando hanno un unico candidato. Questo dà il segno di poca forza e di scarso confronto interno». «In questi anni – ha aggiunto – abbiamo perso la strada e c’è stata una bassa gratificazione. Ora serve più trasparenza, più collegialità e partecipazione, senza azioni verticistiche». Il palazzo Gallenga che Costamagna ha in mente è un’istituzione «aperta e flessibile, aperta al mondo, una scuola di vita e un’impresa culturale, anche se non siamo un’azienda».
L’INTERVISTA: IO NON FACCIO PROMESSE
Innovazione Il punto di partenza sarà la promozione della lingua e della cultura italiana, un «bisogno di innovazione senza dimenticare il nucleo fondamentale». Centrali in questo quadro saranno gli studenti, «che noi consideriamo persone e non numeri» e un’offerta formativa differenziata, ancora più potenziata sul versante del «saper fare»: «Dobbiamo saper attrarre giovani e meno giovani tenendo conto delle diverse sensibilità e delle situazioni dei diversi paesi. Dobbiamo saper dare loro quel che vogliono». Dalle borse di studio a corsi più corti, «anche settimanali o bisettimanali» visto che i tempi di permanenza «sono sempre più bassi». Insomma, «serve una risposta flessibile ed adattabile». Centrale anche il tema delle spese «che vanno ridefinite, riducendole dove possibile, anche tagliando gli stipendi più alti».
Fondi e internazionalizzazione Oltre che sulle uscite c’è da lavorare anche sulle entrate perché nel 2013 arriverà il 4,3% in meno rispetto all’anno precedente e quindi «abbiamo bisogno di fondi anche da soggetti esterni, privati o pubblici. Imprese e istituzioni devono confrontarsi con noi» anche per un «raccordo sempre più organico dell’identità culturale e civile del territorio umbro con la proiezione nazionale e internazionale dell’Università». Un raccordo volto anche all’inserimento lavorativo degli studenti. Un’altra parola chiave del programma di Costamagna è «internazionalizzazione», centrale per un’istituzione come la Stranieri: «Occorre ampliare – spiega la docente – la rete di accordi di collaborazione culturale e di incremento della mobilità internazionale di studenti e docenti». Si vota il 22 aprile, in palio 78 voti di professori e personale tecnico-amministrativo.