di Chia.Fa.
Al via circa 200 progetti di restauro per altrettante opere d’arte terremotate: parte davvero la “ricostruzione” dei tesori della Valnerina. Sono in fase di affidamento, per mezzo milione di euro complessivi, metà finanziati dalla Regione attraverso l’sms solidale e l’altra metà con fondi del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibac), gli interventi attesi per salvare un altro pezzo del tesoro della Valnerina e di Spoleto danneggiato dal sisma del 2016, ma che continua ad arrivare nel deposito di Santo Chiodo (Spoleto), dove tra gli ultimi pezzi presi in consegna c’è anche l’altare della chiesa di Castelluccio, dove solo la scorsa settimana pompieri e tecnici sono riusciti a farsi largo tra i crolli.
Al via il restauro di 200 opere d’arte La tranche di restauri, finora la più consistente al netto di quelli compiuti per la mostra alla Rocca e da altri sponsor privati, è stata la soprintendente Marica Mercalli in occasione della visita del sottosegretario del Mibac Gianluca Vacca che, affiancato dal soprintendente speciale per la ricostruzione Paolo Iannelli, ha parlato di carenze nelle strutture Mibact sia a livello centrale che territoriale anche del 40 per cento», annunciando poi la volontà di «rinforzare gli organici delle Soprintendenze che operano nelle regioni terremotate, cui saranno assegnate nuove risorse prima del concorso del prossimo anno, che ha messo in cantiere tra le 4 e le 5 mila assunzioni». Quanto varranno, invece, i rinforzi lampo messi sul tavolo da Vacca a Spoleto non è ancora chiaro «perché – spiega il sottosegretario – sono tuttora in corso una serie di valutazioni e siamo qui anche per ascoltare chi opera sul campo e le istanze della popolazione. Entro quali tempi arriveranno i rinforzi? Presto, direi questione di settimane». La stessa Mercalli, comunque, ha evidenziato che «negli ultimi sei mesi ci sono state assegnati otto nuove unità, quattro architetti e quattro archeologi».
«Rinforzi Mibact nel cratere» Ai restauratori, intanto, provano a pensare le Fondazioni Cassa di Risparmio dell’Umbria che ha finanziato con 100 mila euro borse lavoro per dodici restauratori «residenti o domiciliati in Umbria», che entro l’anno dovrebbero prendere servizio al deposito di Spoleto, raccogliendo il testimone dei colleghi dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, che hanno provveduto alla messa in sicurezza, quindi a opere di pronto intervento, su circa 340 delle oltre 5 mila opere mobili custodite a Santo Chiodo. Un pronto soccorso affollatissimo su cui l’assessore regionale Fernanda Cecchini ha chiesto «un impegno da parte del governo per il restauro delle opere d’arte terremotate, che non hanno ancora interamente copertura finanziaria», mentre il sindaco Umberto De Augustinis ha rilevato come «gli spoletini non siano soddisfatti delle gestione post sisma di questi ultimi due anni, che crea malumore e malcontento», chiedendo anche lui «un impegno maggiore per far partire la ricostruzione».
Arrivano le linee di indirizzo per San Benedetto La visita di Vacca nel cratere del sisma è proseguita a Preci e a Norcia, dove il sottosegretario ha preso visione delle condizioni dell’abbazia di Sant’Eutizio e della basilica di San Benedetto. Sul simbolo di Norcia è anche intervenuto il soprintendente speciale Iannelli, spiegando che «entro la fine del mese la commissione presieduta dal prof Paolucci emanerà le linee di indirizzo per il progetto di ricostruzione della basilica» al centro di un concorso internazionale proprio per stabilire come far risorgere la basilica del patrono d’Europa.
@chilodice