di Chia.Fa.
Potrebbe bastare una variante in riduzione al Piano regolatore generale (Prg). A Spoleto sembra allontanarsi l’ipotesi di adozione del nuovo strumento urbanistico, dopo le note vicende che alla fine del 2012 hanno portato all’annullamento del complesso documento di pianificazione del territorio da parte del Tar dell’Umbria, con sentenza confermata dal Consiglio di Stato e dalla Cassazione.
Circa 500 richieste di variante
Confronti con proprietari Già, perché da lunedì è attesa una girandola di incontri tra l’assessore Antonio Cappelletti, i tecnici dell’ente e la ventina di proprietari che hanno risposto all’avviso pubblicato dall’ente per ottenere una modifica alla classificazione dei terreni, così come previsto dalla legge regionale del 2015. Tra loro anche due privati protagonisti del nuovo ricorso di fronte ai giudici amministrativi chiamati ad aprile a pronunciarsi sulla legittimità dell’iter sanante seguito da Regione e Comune e quindi sulla validità del Prg attualmente in vigore.
Addio ad area industriale fantasma
Il ricorso pendente al Tar dell’Umbria Tuttavia non è escluso che la materia del contendere possa essere dichiarata cessata prima che le parti tornino ad accomodarsi in aula. Già, perché se il Comune riuscisse a trovare la quadra sulle modifiche richieste dai proprietari, dopo tre anni la delicata partita arriverebbe a conclusione con le aree interessate che passerebbero da agricole a edificabili. Se tutto filasse liscio, quindi, si profilerebbe la possibilità di non dover portare in consiglio comunale un nuovo Prg di parte strutturale come fin qui ritenuto, bensì una variante generale in riduzione all’attuale strumento urbanistico, di quanti metri cubi non è ancora noto.
Si fa largo la variante in riduzione al Piano regolatore Per il momento, però, in municipio la cautela resta massima, anche se l’ambizione è di riuscire a tirare le fila sulla ventina di pratiche presentate dai privati entro la fine di gennaio. L’ipotesi di risolvere il dramma urbanistico con una variante generale in riduzione piace anche alla direzione economica e finanziaria dell’ente che già da tempo aveva fatto sapere ai colleghi di piazza della Genga di non avere alcuna possibilità di stanziare risorse adeguate per far realizzare i corposi studi tecnici che di norma precedono l’adozione del nuovo Prg.
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