di Chiara Fabrizi
Sei posti letto in un appartamento di piazza Garibaldi in cui senzatetto o persone con situazioni di grave disagio economico e sociale potranno trovare rifugio nelle ore notturne, beneficiando di biancheria pulita, servizi igienici e colazione.
Rifugio per senzatetto: fotogallery
Rifugio per senzatetto a Spoleto Questo il servizio offerto dal Centro di pronta accoglienza aperto sabato mattina a Spoleto dal Comune e dalla cooperativa Il cerchio grazie al lascito di circa 30 mila euro del dottor Guido Minestrini, ricordato nella targa apposta all’ingresso dell’abitazione. Il progetto, che arriva a poco meno di un anno dalla morte di Mladjen Milanovic, non ha precedenti per Spoleto tant’è che in questa prima fase sarà «attivato un monitoraggio costante sia per tentare di implementare le attività che per garantirne una crescente qualità», come si legge nell’atto sottoscritto da Comune e cooperativa.
Laura Ministrini e sindaco Cardarelli: video
Accoglienza per sei L’appartamento dispone di tre stanze da letto, una tripla, una doppia e una singola, oltreché di un bagno con vasca, un salottino con divano e tv e una cucina, con la capienza che risulta definita in base ai riscontri dei servizi compiuti dalla Croce rosse che distribuisce indumenti, coperte e pasti caldi ai senzatetto. La richieste saranno vagliate dai servizi sociali del Comune e accolte in base all’ordine di arrivo e fino a esaurimento posti. Il centro è aperto tra le 21 e le 22.30 mentre l’uscita dai locali è obbligatoria entro le 8. Nella struttura opererà non soltanto il personale della cooperativa, che si occuperà dell’accoglienza, della guardinia e della pulizia degli ambienti, ma anche i volontari di Caritas e Croce rossa.
Bececco: «Segno di civiltà» Stando al regolamento del rifugio, per ora aperto soltanto nelle ore notturne, i senzatetto potranno usufruire dell’alloggio per 90 giorni che però sono prorogabili dal Comune a cui quotidianamente la coop invierà l’elenco degli ospiti. «Il progetto nasce in seguito alla morte di Milanovic – ha detto il vicesindaco Bececco – ma era già nei nostri piani, perché una città come Spoleto non può non dare un rifugio a chi ne ha bisogno, motivo per cui giudichiamo, insieme alla famiglia Minestrini, questa struttura un segno di dignità e civiltà».
Minestrini: «Non è filantropia» Grande emozione per Laura Minestrini, figlia del dottor Guido: «Questo progetto nasce anche grazie a mia madre, la prof Sandra Palmieri, che ha sempre dato al volontariato tutta se stessa, ma il gesto dei miei genitori – ha detto – non rientra nella filantropia piuttosto in un percorso di fede e amore per il Signore e per il prossimo, per cui sarei felice se oltre al tetto e al cibo, gli ospiti avessero anche un aiuto morale».
Monsignor Boccardo: «Questa è la misericordia del Giubileo»Alla famiglia Minestrini è andato il ringraziamento dell’arcivescovo Renato Boccardo che ha benedetto il rifugio: «Questi gesti, anche se piccoli, aiutano a contrastare egoismo e superficialità – sono state le parole del presule – non sempre si riesce a fare tutto perché i bisogni sono tanti, però unendo le forze è possibile dare risposte efficaci. La misericordia di questo Giubileo d’altronde non è un concetto astratto, ma è qualcosa di molto concreto che oggi possiamo toccare con mano».
Cardarelli: «Non possiamo essere accoglienti solo coi turisti» A parlare anche il sindaco Fabrizio Cardarelli: «Non abbiamo fatto niente di eccezionale né dobbiamo esaltarci, questo centro è solo un piccolo segno dato nella convinzione che il livello di civiltà di una società si misura anche con l’attenzione verso i più deboli, sarebbe troppo facile bearci della città piena di turisti che spendono soldi, dobbiamo essere accoglienti anche di chi è qui ma possibilità non ne ha».
Cacciamani: «Richiesta al ministero per implementare progetto» Infine, Costantino Cacciamani, vicepresidente della coop Il Cerchio, ha spiegato: «Abbiamo pensato questo servizio insieme al Comune di Spoleto, presentando come cooperativa un progetto al ministero il cui finanziamento permetterebbe di ampliare i servizi della struttura, ma intanto auspichiamo che questa rete collaborativa, di cui ci sentiamo parte, continui a lavorare come fatto fino a oggi, anche per poter offrire un servizio più articolato che vada oltre l’accoglienza notturna».
Twitter @chilodice