Un decalogo anti-inquinamento che, ha ricordato lo stesso ministro dell’Ambiente Riccardo Galletti, «non è legge» anche se «io dico che i Comuni, ai quali spetta la titolarità delle decisioni, devono applicarlo». A vararlo è stato il ministro insieme alle Regioni e ai sindaci mercoledì nel corso dell’atteso vertice che si è tenuto a Roma sulla questione smog. Il decalogo prevede un abbassamento del riscaldamento di due gradi, limiti di velocità ridotti di 20 km orari nelle città, da 50 a 30, da 90 a 70 e così via. E poi ancora sconti sul biglietto degli autobus e limitazione dell’utilizzo della biomassa per uso civile laddove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento. Il protocollo sottoscritto nel pomeriggio prevede anche il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze incrementando l’efficienza energetica e agevolando il passaggio a combustibili meno inquinanti; il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, rinnovando il parco dei mezzi pubblici anche attraverso l’attivazione di un’unica centrale di committenza a cui Regioni e Comuni possano rivolgersi per una rapida immissione di mezzi pubblici ecologici.
Le misure Nel documento anche la promozione di una rete di ricarica che supporti la riconversione elettrica dei mezzi pubblici e privati di trasporto, l’implementazione e il miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico locale; misure di sostegno e sussidio finanziario per l’utenza del trasporto pubblico quali l’offerta di abbonamenti integrati comprendenti ferrovie, bus, metro, bike sharing, car sharing, sosta gratuita nei nodi di scambio extra urbani, realizzazione di nuove piste ciclabili, corsie preferenziali per il trasporto pubblico ed aree di totale pedonalizzazione; la promozione e diffusione di buone pratiche agricole volte alla limitazione delle emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione di fertilizzanti azotati; misure innovative per la dissuasione e la repressione della sosta di intralcio e la sincronizzazione dei semafori; l’omogeneizzazione dei dati sulla qualità dell’aria.
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Il protocollo E ancora, il documento prevede la produzione da parte di Ispra di un bollettino periodico, la definizione di un obbligo di revisione dei Piani di qualità dell’aria, misure agevolate per migliorare l’efficienza energetica degli impianti sportivi pubblici, misure per la metanizzazione degli impianti termici in uso presso la pubblica amministrazione nel momento della sostituzione degli stessi per guasti, misure volte alla rottamazione e riconversione dei veicoli più inquinanti, misure per l’aumento del verde pubblico e per l’avvio di nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci, infine la rapida e completa attuazione dell’Accordo di Bacino Padano già sottoscritto nel 2013 per le misure coordinate nel Bacino Padano. Il protocollo cita anche le misure economiche messe in campo per realizzare questi obiettivi: i 12 milioni di euro per le prime misure di sostegno ai Comuni che prevedono tariffe agevolate o biglietti gratis per gli utenti del trasporto pubblico; il Fondo per la mobilita’ sostenibile da 35 milioni; il Fondo Kyoto per la realizzazione di reti di ricarica elettrica da 50 milioni; il Fondo Kyoto per l’efficienza energetica delle scuole per 250 milioni; l’identificazione di un Fondo per il rinnovo del parco veicoli più inquinanti. Quanto alle misure d’emergenza, i Comuni potranno adottarle in caso di sforamento per più di 7 giorni consecutivi dei limiti di smog.
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Galletti «Il governo – ha detto Galletti – ha deciso di prendere un’iniziativa per coordinare i comuni che soffrono dell’emergenza smog, che deriva principalmente da una situazione meteorologica molto difficile. L’obiettivo è trovare uniformità di comportamento e cominciare a ragionare su misure strutturali. Oggi non siamo all’anno zero. La situazione in Italia negli ultimi decenni in termini di emissioni è molto migliorata. Un risultato che deve spingerci a fare ancora tanto altro».
Cecchini Per l’Umbria era presente l’assessore all’Ambiente Fernanda Cecchini che si dice «soddisfatta per per l’attenzione e l’atteggiamento di grande responsabilità del ministro che ha portato ad adottare una strategia nazionale per monitorare l’inquinamento atmosferico. Oggi è stato raggiunto un obiettivo importante in quanto è stata decisa una strategia comune». Secondo l’assessore nel documento ci sono «misure utili a fronteggiare l’emergenza», mentre altre sono di natura più «strutturale». «Ho evidenziato al ministro – dice poi Cecchini – che anche nelle tre città più popolate dell’Umbria si sono presentati problemi legati all’alta concentrazione di inquinanti, analoghi a quelli che si stanno verificando nelle metropoli italiane. Complessivamente sono sei le città più a rischio ma in particolare a Terni per la morfologia del territorio e per la presenza di un robusto insediamento industriale, si stanno registrando valori decisamene alti che destano preoccupazione».
No inceneritore Nel corso dell’incontro infine Cecchini, oltre a chiedere più attenzione per il territorio nella distribuzione delle risorse, «ho ibadito la non idoneità del territorio ad ospitare un nuovo inceneritore. Ipotesi questa che, come abbiamo avuto modo di affermare in più circostanze, non è nemmeno giustificata dai quantitativi di rifiuti prodotti in Umbria».