di Marta Rosati

Ha scoperto la Cascata delle Marmore nel disegno di Leonardo ‘Paesaggio con fiume’ custodito a Firenze e ora evidentemente ha sviluppato un fiuto eccezionale per il salto più alto d’Europa, diversamente declinato nell’arte. Stiamo parlando del prof Luca Tomio, che pare essersi preso una bella cotta per la Valnerina che non smette di sorprenderlo. Nella giornata di domenica, infatti, lo storico dell’arte ha effettuato una ricognizione territoriale nel Comune di Ferentillo e, folgorato dalla bellezza dell’abbazia di San Pietro in Valle, proprio al suo interno ha riconosciuto nuovamente la Cascata delle Marmore, stavolta in un affresco databile al XVI secolo.

San Pietro in Valle a Ferentillo  A guidare il prof nel percorso, c’era il giovane archeologo Sebastiano Torlini, esperto dei beni artistici e architettonici della zona. Nell’abbazia longobarda, chiusa al pubblico dopo il terremoto del 30 ottobre e dove sono in corso dei lavori di restauro è emerso un affresco che vanta una particolarità. Si trova nell’absidiola retrostante il sarcofago contenente i resti dei Santi eremiti Lazzaro e Giovanni lungo il circuito rituale che percorrevano i pellegrini e rappresenta l’incontro del Duca longobardo Faroaldo II con l’eremita Lazzaro. Ciò che ha stupito Tomio è lo sfondo, dove è rappresentato un paesaggio  «inequivocabilmente riscontrabile con il paesaggio della Valnerina ternana». Tomia, alla vista dell’affresco, ha riconosciuto subito la rappresentazione della Cascata delle Marmore nella vallata del fiume Nera: «La stessa compare in una cappella all’intero della chiesa di Santa Maria Assunta ad Arrone – spiega il critico a Umbria 24 – e può sembrare banale ma è una scoperta sensazionale». Quello che il prof intende dire, in questo caso, è che il salto d’acqua da 165 m che attrae turisti nel Ternano, in un lontano passato deve aver avuto un valore estremamente importante anche nella vita dei Santi e di conseguenza ha segnato la produzione artistica di chi ha visitato il territorio: «Questa ulteriore scoperta – commenta il critico milanese – ci apre diversamente gli occhi sulle bellezze di questi luoghi e Ferentillo è un centro nevralgico tanto quanto la Cascata».

Terni-Spoleto E ancora: «San Francesco conosceva la Cascata delle Marmore, Dante la cita nel 20esimo canto del Paradiso ma la cosa importante sta nel collegamento Terni-Spoleto; da quanto ho visto in questi giorni credo che la Valnerina nella storia sia stata la via di collegamento principale tra queste due città dell’Umbria, quindi Ferentillo e San Pietro in Valle rappresentano una cerniera fondamentale. Generalmente – va avanti – ho i piedi per terra, mi ritengo scienziato quindi non tendo mai ad enfatizzare ma stavolta è proprio il caso di dirlo ‘la Valnerina è magnifica’, è una delle più belle d’Italia, ha un potenziale enorme e vanta un livello di specialità enogastronomiche incredibile. Io non ho parole per esprimere la bellezza e il mistero di tutto quello che ho visto a Ferentillo, se penso alle grotte eremitiche del Precetto ho i brividi». Quello che Tomio non riesce a spiegarsi è perché questa terra non sia abbastanza conosciuta e fruita a livello turistico: «Forse l’impronta industriale di Terni ha annebbiato le altre opportunità di sviluppo ma io farò di tutto perché si parli di questo territorio fino a New York. Ma ve lo immaginate un americano a San Pietro in Valle? – dice seriamente Tomio – qui l’arte può esser toccata con mano. Il più importante Rinascimento italiano prima di Giotto è lì, ci sono dei capolavori incredibili». Il prof è piacevolmente sorpreso di quello che sta scoprendo da queste parti e la sua missione è proprio quella di promuovere la Valnerina da Terni a Spoleto: «Sto agendo da tecnico col sostegno della preziosissima Fondazione Carit e in stretto contatto con enti e istituzioni territoriali, presto terrò delle conferenze a Terni per studenti e Torlini mi affiancherà».

 

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