
di D.B.
«Hanno voluto farmi fuori». Torna a parlare dopo la conferenza stampa di sabato scorso l’ex vescovo di Orvieto e Todi Giovanni Scanavino, il 71enne padre agostiniano rimosso da Papa Ratzinger «per il bene e l’unità della Chiesa di Orvieto e Todi». «Non mi sono dimesso – spiega in un’intervista a Il Secolo XIX -. Ad un certo punto, vista l’insistenza di alcuni prelati ho detto: va bene, mi rifaccio alla decisione del Papa. Il Santo Padre ha deciso che per il bene e l’unità di questa Chiesa io mi facessi da parte».
Il caso Seidita e i veleni nella diocesi Sullo sfondo la vicenda di Luca Seidita, suicidatosi il 30 novembre scorso gettandosi dalla Rupe di Orvieto dopo il diniego ricevuto dal Vaticano al suo sacerdozio. Diniego sul quale Scanavino si trovava in forte disaccordo. Il 29enne era stato anche accusato di essere gay: «Su di lui – spiega Scanavino – avrei messo la mano sul fuoco, era stato con noi cinque anni e per dodici mesi, addirittura mio segretario particolare. Supponevo di conoscerlo bene». Il clima nella diocesi però è peggiorato ben prima della vicenda Seidita. «Le cose – spiega il prelato – non andavano bene già da un paio d’anni. Qui in diocesi abbiamo una comunità di sacerdoti che servono una zona di montagna…undici parrocchiette. La comunità ha accolto nel tempo alcuni giovani. Per non creare disguidi con il seminario ufficiale, che è ad Assisi, ho deciso di mettere ordine». Il come lo spiega poco dopo Scanavino stesso: «Ho chiuso questo tipo di esperienza, sistemando naturalmente quei quattro o cinque giovani che c’erano».

Qualcuno ha scritto a Roma Dopo l’ordinazione di questi giovani «qualcuno ha subito scritto a Roma che non erano adatti» etichettandoli come gay. «Quando dicono così – sostiene l’ex vescovo – sei fritto. Sono problemi delicati, diventano un cavallo di Troia». Altri anonimi poi hanno accusato Scanavino anche di cattiva gestione delle risorse: «Ma per piacere» risponde lapidario Scanavino, secondo il quale dietro questi scontri durissimi ci potrebbe essere anche la volontà da parte di qualcuno di prendere il suo posto.
Il saluto di Marra «il traghettatore» Intanto, come detto sabato, Papa Ratzinger ha inviato come traghettatore Giovanni Marra. L’81enne, che è stato ausiliare di Roma, ordinario militare d’Italia e arcivescovo di Messina, ha inviato un messaggio alla diocesi: «Invito tutti – scrive – a dare testimonianza di amore a questa storica e gloriosa diocesi, per crescere insieme in quello spirito di comunione che ci fa essere autenticamente Chiesa». «Ho dato la mia disponibilità – continua Marra – con quello spirito di obbedienza che, come cristiano e come vescovo, devo al Santo Padre; ma anche con l’animo di condividere con voi questo particolare momento, per renderlo, insieme a voi, tempo di grazia. Nel momento in cui il Santo Padre mi affida la missione di amministratore apostolico, rivolgo – continua la lettera – il mio rispettoso e cordiale saluto a tutta la comunità diocesana di Orvieto-Todi. In primo luogo, saluto il caro confratello vescovo monsignor Giovanni Scanavino, che ha concluso il suo ministero episcopale in questa Chiesa particolare, e a nome vostro gli esprimo la gratitudine per quanto egli ha fatto con cuore di Pastore e continuerà a fare con la preghiera e l’affetto».
Il saluto dei vescovi umbri Con una nota diffusa nel pomeriggio di lunedì poi gli arcivescovi e i vescovi dell’Umbria, riuniti nel tradizionale incontro mensile di Assisi, hanno salutato «fraternamente mons. Giovanni Scanavino, che lascia il servizio pastorale alla Diocesi di Orvieto-Todi». I vescovi – si legge in una nota della Conferenza episcolpale umbra – hanno reso grazie «con lui al Signore per il bene compiuto in questi anni di ministero vissuto nella cordiale comunione con i confratelli e nell’accompagnamento fedele della comunità cristiana», hanno affermato di avere apprezzato «la sollecitudine pastorale e la generosa disponibilità con cui ha accolto la decisione del Santo Padre per il bene della Chiesa orvietana-tuderte» ed hanno augurato «che il suo servizio ecclesiale, là dove si svolgerà, possa continuare a portare frutto per il bene di tutta la Chiesa». I presuli dell’Umbria, inoltre, hanno rivolto «un saluto fraterno a mons. Giovanni Marra, chiamato dal Papa ad accompagnare come Amministratore Apostolico il cammino del popolo di Dio in Orvieto-Todi».