Coletto e Tesei

Tra parole e fatti c’è una bella differenza. La governatrice Tesei dice di tenere alta l’attenzione sulla sanità per tutti ma quella pubblica in Umbria arranca e lo dimostrano le continue forme di protesta, le lamentele di chi non riesce ad accedere a servizi e prestazioni, le diffide, le prese di posizione dei sindacati e ora pure le bacchettate della Corte dei conti. Nella parte sud della regione, la sofferenza del sistema è particolarmente marcata.

Nuovi ospedali Il sindaco di Terni Leonardo Latini nei giorni scorsi ha fatto visita agli Uffici della Regione assieme a Sergio Anibaldi, l’architetto che ha progettato diverse opere per la città di San Valentino, per conto del gruppo Salc di Pietro Salini. Quest’ultimo, assieme al gruppo Novicelli, nell’ambito di un raggruppamento temporaneo di imprese, si è fatto anche promotore di un progetto del nuovo ospedale di Terni, per un investimento di 240 milioni attraverso un partenariato pubblico-privato. Per garantire alla città un nosocomio più moderno, questa è una delle possibili soluzioni in campo.

Project financing Valutazioni in questo senso, quando per la sanità del territorio (considerato anche il promesso ospedale Narni-Amelia a Cammartana) ci sarebbero anche risorse Inail, sono in corso. In corso anche l’istruttoria del ministero della Salute sul Piano dei fabbisogni presentato dalla giunta Regionale. Il parere, salvo richiesta di documenti integrativi, è atteso per i primi giorni del mese di marzo e sin dal principio il tanto esaltato riequilibrio territoriale lì contemplato, è stato associato all’opportunità di realizzazione di un’altra proposta per la Conca di San Valentino, quella griffata Ternana calcio: nuovo stadio Liberati a spese della società rossoverde, con una clinica privata a compensazione dell’investimento, pronta a candidarsi per l’accreditamento in convenzione col sistema sanitario pubblico; anche se l’interpretazione della legge in materia ha destato qua e là delle perplessità.

Fp Cgil Terni Quando si avvicinano le elezioni amministrative dunque, tra un Latini bis a rischio e un Bandecchi pieno di sé (in attesa di altri candidati alla poltrona di sindaco) le partite aperte per Terni sono diverse, ma nonostante le dichiarazioni della presidente alla presentazione del nuovo acceleratore lineare per le cure radioterapiche, secondo la quale l’obiettivo della Regione è assicurare a tutti elevati standard di prestazioni e qualità assistenziale in grado di migliorare la vita delle persone, non mancano criticità forti. Solo pochi giorni fa ad esempio, il Pronto soccorso dell’ospedale di Terni è riuscito a evitare il collasso grazie alla disponibilità del personale: a un certo punto della mattinata infatti, i pazienti in attesa avevano di gran lunga superato le 50 unità. «Nonostante le rassicurazioni di questi mesi da parte del nuovo direttore generale la situazione al pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Terni continua ad essere estremamente complicata: sovraffollamento, personale carente e in affanno, accessi impropri dati anche da un territorio che non fa filtro con liste di attesa interminabili». Lo afferma in una nota Valentina Porfidi, segretaria generale della Fp Cgil di Terni.

Le criticità «Abbiamo avanzato da tempo proposte e rappresentato criticità – prosegue – sulle quali intervenire, come la situazione del centro geriatrico, che dal punto di vista logistico e organizzativo versa ormai in una situazione complessa. Sarebbe anche ora – continua la segretaria – di capire le tempistiche per la riapertura dei lavori, fermi ormai da anni, di consolidamento della nuova ala del centro, che garantirebbe nuovi posti letto. Accanto a questo ci sono poi gli ospedali di Narni e Amelia, in attesa di rinascere dalle proprie ceneri come un’araba fenice, strutture che potrebbero essere di grande aiuto se messe in rete con l’azienda ospedaliera di Terni». E poi c’è il nodo del personale: «Chiediamo ancora una volta – insiste la segretaria Fp Cgil – come intenda procedere la Regione con i contratti a tempo determinato di quelle lavoratrici e lavoratori che si sono spesi in questi anni di pandemia e che scadranno a marzo. E quali risposte si intendono dare agli operator socio sanitari che, dopo oltre un anno tra la domanda e l’espletamento del concorso, non hanno ancora notizie rispetto alla graduatoria? La misura è colma. Vogliamo azioni concrete e rapide anche dalla politica locale, senza ulteriori rimandi o giochi delle tre carte sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini».

Fabio Paparelli Rispetto all’assistenza ospedaliera, si pronuncia anche il consigliere regionale del Pd Fabio Paparelli: «In questi giorni – scrive- si stanno compiendo scelte sconsiderate con atti di programmazione non condivisi che puntano a colpire in particolare l’azienda Ospedaliera di Terni. Ho deciso – dichiara citando a supporto diverse azioni in atto e dati in peggioramento rispetto al passato – di presentare con urgenza alla Giunta una interrogazione per comprendere la ragione di questa situazione e in particolare rispetto a questa sistematica spoliazione perpetrata ai danni del Santa Maria di Terni, un’azienda ospedaliera che ha sempre giocato un ruolo determinante nella mobilità attiva, ruolo oggi venuto meno a causa della gestione di questi ultimi anni. E’ necessario dunque una mobilitazione convinta per evitare che, dietro all’alibi della razionalizzazione, si intenda surrettiziamente andare verso un’azienda unica regionale. Per altro tutto ciò sta accadendo mentre gli atti di programmazione che prefigurano questo nuovo assetto sono ancora in discussione nella Commissione regionale competente. La Giunta regionale, però, pare abbia deciso, non sappiamo bene se con il benestare o meno del ministero della Salute, di smantellare, pezzo per pezzo, la sanità regionale, partendo da Terni».

Sinistra Italiana Sul tema interviene duramente anche Sinistra italiana: «Solo due mesi, fa la giunta regionale ha definito la programmazione dei posti letto nella Regione, con un apposito atto deliberativo. Ma erano tutti concentrati nel ritagliare gli spazi da riservare ad una futura clinica privata, a Terni. Del fabbisogno delle strutture pubbliche non si sono interessati. Hanno certificato soltanto che i posti letto disponibili nelle due aziende ospedaliere pubbliche sono in numero minore di quelli che la precedente Giunta Regionale, nel 2016, aveva previsto. Al Pronto soccorso dell’Ospedale di Terni, da mesi si registra un incremento dell’afflusso su base annua ( + 12,6% Ottobre 2022 rispetto a Ottobre 2021, + 16,1 % Novembre 2022 rispetto a Novembre 2021). Si tratta di centinaia di persone in più ogni mese. L’unica decisione , presa a seguito dell’emergenza Covid, è stata quella di incremento dei posti letto di terapia intensiva, peraltro non pienamente attuato . Sembrava che l’integrazione con Narni potesse dare sollievo alla situazione di sovraffollamento. Invece la direzione dell’azienda propone la riapertura del Pronto soccorso di Narni. Oggi se si riesce ad essere  ricoverati, può accadere di trovarsi in condizioni non accettabili, in corridoi non idonei per una degenza dignitosa. Vanno poi in direzione opposta alla valorizzazione dell’Ospedale di Terni le notizie della cancellazione, assolutamente sbagliata, delle figure apicali di importanti reparti ospedalieri, in attuazione del protocollo d’intesa tra Regione Umbria e Università di Perugia. La sanità pubblica a Terni non può essere ridotta in questo stato».

Il Santa Maria Lo sfogo del sindacato di categoria e quello di Sinistra italiana la dice lunga sui problemi e su buone prospettive concretizzatesi decisamente troppo tardi. Perché laddove sul personale c’è spazio di manovra in tempi stretti al netto della volontà politica di reperire le risorse, i tempi per realizzare nuove strutture in grado di ospitare i numeri che una popolazione che invecchia sempre più richiede, sono lunghi e quando si arriva a parlare di nuovo nosocomio per Terni, fanno impressione i numeri degli investimenti sul Santa Maria per adeguare le strutture dal punto di vista sismico, per ristrutturare reparti fatiscenti o mettere mano a una sala settoria chiusa o un obitorio che non riesce a soddisfare i fabbisogni, o ancora la ristrutturazione e l’ampliamento del reparto malattie infettive. Si parla di milioni e milioni di euro di investimenti. Ben vengano, ma c’è il rischio che nel giro di pochi anni sfumino nella realizzazione di nuove strutture, secondo quanto stabilirà il privato.

M5s C’è di più. C’è il monito del consigliere comunale del M5s Claudio Fiorelli: «Difendere Terni e la sanità ternana dagli interessi onnivori di Perugia. Sulla nuova convenzione tra Università degli Studi di Perugia e Regione Umbria si gioca la vera partita del riequilibrio territoriale della sanità. Il protocollo in via di adozione è solo l’ennesimo colpo verso lo smantellamento del sistema sanitario territoriale e verso l’Umbria meridionale. La destra ternana continua a tacere e a non difendere gli interessi di Terni sui tavoli regionali, mentre la nostra città è sotto attacco da parte dei partiti che governano Comune, Regione e Parlamento. Risulta sconvolgente che accordi strategici per il territorio che riguardano la gestione delle aziende ospedaliere di Terni e Perugia, vengano sottoscritti nelle segrete stanze da Università e Regione, tenendo all’oscuro sia le forze sindacali che gli ospedalieri. L’intenzione della giunta regionale è quella di dare il via libera alla fusione delle aziende ospedaliere di Terni e Perugia con il relativo accorpamento di molti dipartimenti. Cosa significa e quali effetti ci saranno? Di sicuro uno sbilanciamento in favore di Perugia. Il capo dipartimento privilegerà per forza di cose la struttura in cui si trova nel momento in cui dovrà scegliere l’invio o l’acquisto di un macchinario. Un assetto che in definitiva non creerà alcun potenziamento ma, con la scusa della razionalizzazione e del taglio dei costi, aumenterà ulteriormente le differenze tra Terni e Perugia».