di Dan.Bo.
Sono state molte le persone che, sabato, hanno partecipato alle due manifestazioni indette a Spoleto e Città di Castello in difesa della sanità pubblica. Territori diversi ma accomunati in molti casi da problemi simili.
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San Matteo A Spoleto da tempo al centro dell’attenzione c’è il futuro del San Matteo degli infermi e il progetto del Terzo polo ospedaliero con Foligno. Oltre mille persone hanno sfilato per le vie della città per quella che, fino a ora, è stata la più grande manifestazione sul tema. A indirla partiti, sindacati e associazioni che hanno ribadito il loro No al progetto del Terzo polo («non è un progetto ma una riorganizzazione finanziaria» ha detto il sindaco Andrea Sisti), chiedendo poi la riapertura del punto nascita e il ritorno di tutti i servizi.
«Continuano a smantellare pezzo per pezzo l’ospedale» hanno spiegato alcuni dei presenti.
Il sindaco «È vero – ha sottolineato nel suo intervento Sisti – che dobbiamo riorganizzare la rete ospedaliera, ma questo ospedale non può essere un Dea di primo livello se non ci sono le funzioni fondamentali». Il sindaco ha poi osservato che «non possiamo sostituirle con la specialità testa-collo; ben venga, ma dopo tutto il resto». Sisti ha parlato di una «battaglia per il futuro delle nostre comunità», sottolineando che in campagna elettorale il centrodestra «aveva promesso nuovi investimenti. Qui da troppi anni viene strumentalizzato l’ospedale per dare servizi agli altri e per spostare le persone o, come dico io, per fare marchette; ora basta». Più in generale Sisti ha osservato che la sanità «non è un costo bensì un investimento» e che il progetto del Terzo polo «è solo una riorganizzazione finanziaria per ridurre i costi».
Castello Oltre 300 invece le persone che hanno partecipato alla manifestazione di fronte all’ospedale di Città di Castello, indetta da sindaci, associazioni di categoria (compresa Confindustria), associazioni cittadine, alcuni partiti e sindacati che, settimane fa, hanno dato vita a un documento condiviso in cui, tra le altre cose, viene chiesta la realizzazione della Casa di comunità. Tra gli altri problemi la carenza di servizi in alcune aree, la carenza di personale e le lunghe liste di attesa. «C’è un arretramento – ha detto il sindaco Luca Secondi – su molti settori. Capiamo le difficoltà ma riteniamo che una risposta va data, non possiamo subire passivamente».
I sindacati A nome di tutti i sindacati il segretario provinciale dello Spi Cgil Fabrizio Fratini ha ringraziato i presenti dato che «ogni presenza è fondamentale per la battaglia intrapresa, per rendere effettivamente esigibile il diritto alla salute sancito dalla Costituzione». Fratini ha anche ringraziato «tutte le lavoratrici e i lavoratori della sanità che quotidianamente, tra mille difficoltà, si impegnano con professionalità e abnegazione al servizio dei cittadini, nonostante da eroi siano passati in poco tempo a un costo da comprimere».
Secondi Secondo i promotori, per rendere la sanità pubblica, gratuita, universale, e accessibile necessitano finanziamenti adeguati per le risorse umane e strumentali, per rispondere alle nuove e crescenti esigenze dei cittadini, evitando così di «tornare indietro ai tempi delle mutue». Chiudendo l’appuntamento Secondi ha affermato che l’impegno di tutti i promotori è quello di «continuare la lotta e la mobilitazione attraverso un continuo e costante coinvolgimento di tutte le comunità dell’Alto Tevere, perché, partendo dal basso, istituzioni, sindacati, associazioni, con un forte coinvolgimento popolare, possono costruire le condizioni per fare ritornare la sanità un bene comune e diffuso nel territorio».