Nell’organico del perugino, poco organico e tanta plastica. E i comuni che fanno?

L’analisi di Legambiente sui numeri umbri «I dati illustrati alcuni giorni fa da Arpa Umbria a ‘Fa la cosa giusta’, la fiera che si è tenuta a Bastia, «sono allarmanti e deprimenti perché fanno emergere e confermano in maniera netta come la raccolta dei rifiuti organici fatta con i cassonetti stradali o con la raccolta di prossimità (che poi è molto simile), dove non si applica il porta a porta, sia in realtà un ottimo modo per riempire le discariche più che per recuperare materia organica tramite compost». E’ quanto afferma Legambiente Umbria, che aggiunge: «Guardando nel dettaglio lo studio che Arpa ha commissionato alla scuola Agraria del parco di Monza, e che riguarda una estesa campagna di analisi merceologiche dei rifiuti indifferenziati e organico consegnati agli impianti di trattamento in Umbria, si evidenziano essenzialmente due cose: che nella frazione indifferenziata c’è ancora tanto organico (almeno il 30%) e nell’organico tanto materiale non conforme (principalmente plastica ma anche vetro e altro ancora). Dato che la maggior parte dei rifiuti urbani prodotti dai cittadini e dalle attività economiche umbre è dato dall’organico e verde, il 30-40% dei rifiuti complessivi, questa quota di rifiuti può essere intercettata e recuperata con la raccolta differenziata, a patto che si faccia bene, cioè con il porta porta integrale (organico compreso) in cui si dimostra che le percentuali di impurità possono essere anche dell’ordine dell’1-2%».

Ecco la tabella che indica nelle diverse località il materiale compostabile in relazione al metodo di raccolta.

COMUNE

DIMENSIONI COMUNE

GESTORE RACCOLTA

MODALITA’ DI RACCOLTA

% MATERIALE COMPOSTABILE

(indice di performace)

Narni

PRINCIPALE

ASM

PORTA A PORTA

99,3%

Narni

PRINCIPALE

ASM

PORTA A PORTA

99,0%

Castel Giorgio

MINORE

COSP TECNO SERVICE

PORTA A PORTA

99,0%

Monte Franco

MINORE

ASM

PORTA A PORTA

99,0%

Terni

CAPOLUOGO

ASM

PROSSIMITA’

98,80%

COMUNE

DIMENSIONI COMUNE

GESTORE RACCOLTA

MODALITA’ DI RACCOLTA

% MATERIALE COMPOSTABILE

(indice di performace)

Todi

PRINCIPALE

GESENU

PROSSIMITA’

49,40%

Perugia

CAPOLUOGO

GESENU

PROSSIMITA’

61,50%

Umbertide

PRINCIPALE

PORTA A PORTA

PORTA A PORTA

64,10%

Bettona

MINORE

GESENU

PROSSIMITA

68,1%

Perugia

CAPOLUOGO

GESENU

PROSSIMITA’

72,90

*dati puntuali e esemplificativi estratti dalla “Relazione analisi merceologiche su RUR (200301) e FORSU (200108) raccolti in UMBRIA” a cura della Scuola Agraria del Parco di Monza (giugno 2016)

Il porta a porta «Laddove non si fa il porta a porta – aggiunge Legambiente – la qualità della raccolta è scadente, addirittura Todi raccoglie più materiale non compostabile (soprattutto plastica) che materiale compostabile (cioè vero organico), ma molto male fanno anche Perugia, Umbertide e Bettona. Sì perché nell’organico raccolto con lo stradale, di organico c’è poco, c’è molta plastica, e nei comuni dove scelleratamente si mettono i pannolini e gli assorbenti nell’organico (cioè nei comuni gestiti da Gesenu, con l’unica eccezione di Bastia) gran parte di quella plastica sono proprio pannolini! Non ci risulta che nel resto d’Italia ci siano altri gestori che siano tanto fantasiosi nella collocazione dei pannolini. Ma quali sono i comuni che mettono più pannolini nell’organico? Sempre loro, Todi, Umbertide, Perugia e Bettona».

COMUNE

DIMENSIONI COMUNE

GESTORE RACCOLTA

MODALITA’ DI RACCOLTA

% PANNOLINI

Todi

PRINCIPALE

GESENU

PROSSIMITA’

22,8%

Todi

PRINCIPALE

GESENU

PROSSIMITA’

16,20%

Umbertide

PRINCIPALE

GESENU

PORTA A PORTA

14,4%

Perugia

CAPOLUOGO

GESENU

PROSSIMITA’

13,4%

Todi

PRINCIPALE

GESENU

PROSSIMITA’

12,80%

*dati puntuali e esemplificativi estratti dalla “Relazione analisi merceologiche su RUR (200301) e FORSU (200108) raccolti in UMBRIA” a cura della Scuola Agraria del Parco di Monza (giugno 2016) – comuni con una maggiore percentuale di pannolini rilevata nella campagna estiva

COMUNE

DIMENSIONI COMUNE

GESTORE RACCOLTA

MODALITA’ DI RACCOLTA

% PANNOLINI

Todi

PRINCIPALE

GESENU

PROSSIMITA’

38,00%

Umbertide

PRINCIPALE

GESENU

PORTA A PORTA

29,40%

Perugia

CAPOLUOGO

GESENU

PROSSIMITA’

27,60%

Perugia

CAPOLUOGO

GESENU

PROSSIMITA’

18,80%

Bettona

MINORE

GESENU

PROSSIMITA’

17,80%

*dati puntuali e esemplificativi estratti dalla “Relazione analisi merceologiche su RUR (200301) e FORSU (200108) raccolti in UMBRIA” a cura della Scuola Agraria del Parco di Monza (giugno 2016) – comuni con una maggiore percentuale di pannolini rilevata nella campagna invernale

La domanda ai Comuni «Nel giugno scorso destò malumore e rimostranze la decisione di Legambiente di non assegnare il premio comuni ricicloni ai comuni umbri, in particolare a Bettona, che aveva il dato di raccolta differenziata più elevato. Fu una scelta politica – evidenzia Legambiente – dettata dalle tante, troppe perplessità che avevamo espresso negli anni circa le modalità di raccolta dell’organico, oggi finalmente resa evidente nella sua correttezza anche dai numeri che mostrano come la gestione dei rifiuti dell’area del perugino sia inefficiente soprattutto nella raccolta dell’organico, con il paradosso che se non mettessero i pannolini nell’organico alcuni comuni avrebbero potuto vincere la classifica di Comuni Ricicloni. Dunque a maggior ragione e con maggiore convinzione, poniamo una domanda a Gesenu e a coloro che avevano rumoreggiato contro Legambiente: perché l’associazione ambientalista avrebbe dovuto premiare l’inefficienza e un dato non corretto?»

In discarica Legambiente, nella sua analisi evidenza anche l’attualità della cronaca che riguarda l’azienda per la raccolta dei rifiuti perugina e sottolinea la destinazione in discarica: «La situazione – aggiunge – è peraltro aggravata da un’interdittiva antimafia per il principale gestore umbro e da un’inefficienza impiantistica riportata sempre nel report di ARPA, che trasforma la già scarsa qualità della raccolta in un enorme quantitativo di scarti che vanno a finire in discarica con alti costi per l’ambiente e la collettività. Nonostante tutti, politici e tecnici conoscano dettagliatamente le problematiche e le possibili soluzioni, non è cambiato nulla né nelle modalità di raccolta né nell’ammodernamento degli impianti di trattamento. Anzi, l’unico atto concreto è stata la vendita della quota del gruppo Cerroni, autentico imperatore romano dei rifiuti, ad una società che da vent’anni collabora strettamente e proficuamente con il gruppo Cerroni, che tra l’altro ha nel suo core business il trasporto dei rifiuti e non certo la raccolta differenziata». Quindi la promessa: «Torneremo sull’argomento, mostrando i veri costi (ambientali e monetari) di tutti gli scarti prodotti, perché è sempre più urgente dare piena attuazione alla Delibera di Giunta 34/2016, che obbliga i comuni a riprendere in mano la governance e la responsabilità del ciclo dei rifiuti, per troppo tempo demandata esclusivamente ai gestori tecnici, con i risultati deprimenti che abbiamo raccontato».

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