Un impianto per la selezione dei rifiuti

Niente termovalorizzatore, «potenziamento e adeguamento» degli impianti di «trattamento meccanico e biologico» per il recupero dell’organico e della parte secca dei rifiuti non differenziati, produzione di combustibile solido secondario (l’ormai noto Css) da vendere a impianti che lo bruceranno fuori dall’Umbria. Il compromesso raggiunto nei giorni scorsi dalla maggioranza di centrosinistra viene messo nero su bianco dalla giunta regionale che, lunedì, ha preadottato l’adeguamento dell’attuale Piano rifiuti. Il documento ora dovrà essere sottoposto alla Vas (la Valutazione ambientale strategica), ottenuta la quale l’adeguamento tornerà sul tavolo di palazzo Donini per essere definitivamente approvato. Da qui percorrerà pochi metri in direzione del consiglio regionale, dove dovrebbe essere approvato prima della fine della legislatura. Con il trattamento dei rifiuti organici e del secco non differenziato si punta a produrre materia (con l’organico ad esempio si può produrre compost) mentre, per quanto riguarda la parte non recuperabile, «anche al recupero di energia».

Impianti «Gli impianti attuali – spiega Rometti – potranno produrre combustibile solido secondario da utilizzare in impianti ubicati fuori regione. Dalla vendita di questo combustibile si otterranno ricavi che, insieme ai minori costi rispetto allo smaltimento in discarica, produrranno benefici economici a vantaggio di una riduzione delle tariffe». Il potenziamento dell’impiantistica riguarderà anche la realizzazione «di impianti pubblici o privati di recupero dei rifiuti ingombranti e di quelli provenienti dallo spazzamento stradale». Confermato anche l’obiettivo di raggiungere il 65% di raccolta differenziata (che il governo ha fissato per il 2020) nei prossimi anni attraverso «la più ampia diffusione della raccolta ‘porta a porta’, che ha mostrato la sua efficacia». «Nelle prossime settimane – sottolinea Rometti – sarà approvato in via definitiva il programma regionale di riduzione dei rifiuti al fine di contenerne ulteriormente la produzione nel rispetto della gerarchia europea che mette al primo posto la prevenzione della produzione, poi il recupero di materia, il recupero di energia.

Meno rifiuti L’obiettivo è la minimizzazione dello smaltimento di rifiuti a discarica, dove sarà depositato solo ciò che non è recuperabile». Proprio la riduzione dei rifiuti è uno dei motivi che hanno portato alla decisione, da parte della giunta, di abbandonare l’ipotesi del termovalorizzatore: «In pochi anni la produzione complessiva dei rifiuti – spiega infatti Rometti – è diminuita di oltre 100mila tonnellate l’anno rispetto alla previsione originaria contenuta nel Piano approvato nel 2009. Il costante contenimento dei rifiuti prodotti e la notevole crescita della raccolta differenziata che ha fatto sì che nel 2013, con un dato medio regionale del 50 per cento, il quantitativo annuale di rifiuti raccolti in forma differenziata per la prima volta superasse il volume di quelli indifferenziati non fanno più ritenere necessario realizzare un nuovo impianto di trattamento termico che avrebbe notevoli costi e quindi ricadute negative sulla tariffa a carico del cittadino».

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