di Daniele Bovi
Si gioca anche e soprattutto sul costante affinamento delle metodologie di indagine e delle tecnologie la battaglia tra guardie e ladri contro il riciclaggio dei soldi sporchi. Una battaglia che, nel suo piccolo, si combatte anche in Umbria. Nel 2011, secondo i numeri forniti dall’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, sono state 455 le «segnalazioni di operazioni sospette» (Sos) arrivate a Palazzo Koch dagli intermediari finanziari, ovvero, principalmente, banche e uffici postali. Nella provincia di Perugia le segnalazioni sono state 353 e in quella di Terni 102. Un numero in costante crescita: nel 2008 in Umbria erano 117 (lo 0,8% del totale nazionale), nel 2009 164 e nel 2010 170. Ovviamente ad ogni singola operazione non corrisponde un episodio di riciclaggio: la Uif della Banca d’Italia infatti raccoglie le segnalazioni, effettua approfondimenti sulle operazioni sospette e le trasmette, arricchite dell’analisi finanziaria, al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza e alla Direzione investigativa antimafia. Solo quando sono ritenute infondate la Uif le archivia.
Operazioni sospette Secondo quanto stabilito da Bankitalia le Sos devono essere fatte quando uno dei soggetti tenuto alle segnalazioni «sa, sospetta o ha motivi ragionevoli di sospettare che siano in corso o siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo». Una l’operazione sospetta legata a un presunto finanziamento del terrorismo segnalata nel 2011 (tre nel 2010 e una nel 2009). Tenuti ad effettuare le segnalazioni sono anche i professionisti come notai, commercialisti, avvocati, revisori contabili e così via. Da queste categoria l’apporto è però decisamente contenuto a livello nazionale come in Umbria: cinque appena i casi segnalati nel 2011. «Risulta ancora del tutto irrilevante – scrive palazzo Koch nel rapporto 2010 -, specie se comparato con il ruolo svolto nella vita del Paese, l’apporto dei professionisti e degli operatori non finanziari, dai quali nel 2010 sono pervenute poco più di 200 segnalazioni». I motivi? Forse, riassume Bankitalia, la forte personalizzazione del rapporto che c’è con il cliente e la lunga tradizione del segreto professionale.
Gli indicatori di anomalia A disposizione degli intermediari e dei professionisti c’è un pacchetto di «indicatori di anomalia», elaborati da Governo e da Bankitalia che servono, o dovrebbero servire, a individuare le operazioni sospette. Dovrebbero perché le guardie sono costrette a inseguire i ladri che elaborano operazioni sempre più complesse. Scorrendo gli indicatori si scopre così che a dover far scattare l’allarme in banca o in un ufficio postale è un cliente che si mostra riluttante a fornire le informazioni richieste, che adotta comportamenti inusuali, che fa massicce operazioni in contanti e magari è vicino a persone sottoposte a procedimenti penali, che risiede in Paesi a rischio, che fa operazioni illogiche o finanziariamente svantaggiose, che trasferisce somme ingenti senza giustificazioni plausibili, che fa un uso rilevante e ripetuto dei money transfer e così via. L’elenco di fili di ferro per costruire la gabbia ai ladri è lunghissimo.
Contanti e paradisi fiscali Particolare attenzione è rivolta all’uso dei contanti. Secondo gli ultimi dati disponibili, quelli del 2010, in Umbria ogni mese sono stati movimentati complessivamente 12,532 miliardi di euro: di questi, 494 milioni in contanti, il 3,94% del totale. Una percentuale che colloca la regione ai vertici del Centro-Nord, Valle d’Aosta esclusa (4,05%). Un dato che risente del diverso livello di evoluzione del tessuto finanziario e che vede il Meridione viaggiare con percentuali tra il 6 e l’11,4%. Altrettanta attenzione viene riservata ai movimenti da o verso i cosiddetti paradisi fiscali («paesi a fiscalità privilegiata» li definisce elegantemente Bankitalia): mediamente in Umbria nel 2010, ogni mese, verso i suddetti paradisi sono partiti 13 milioni di euro mentre quelli arrivati sono 20.
Carta e floppy disk Se la crescita complessiva delle segnalazioni è frutto anche della maggiore cultura della prevenzione che, a fatica, si fa strada, dall’altro lato spesso le guardie sono costrette a lavorare con mezzi non propriamente all’avanguardia. Fino a maggio infatti, come riferito il 3 aprile dallo stesso direttore dell’Uif, Giovanni Castaldi, nel corso di un convegno a Napoli sul riciclaggio, si viaggiava con segnalazioni cartacee o floppy disk. Per fortuna nello scorso ottobre è entrato in funzione «Radar», il sistema informatico che sovrintenderà a tutto il processo garantendo più tempestività, più accuratezza e più approfondimenti.