Un operaio al lavoro (foto di D. Wiadro)

Quasi tre milioni in tre anni per quaranta i comuni delle aree interne dell’Umbria. Sono destinate al sostegno delle attività economiche, artigianali e commerciali, così come previsto dal decreto Rilancio, le risorse assegnate attraverso Anci Umbria ai piccoli enti locali della regione che potranno così finanziare l’erogazione di contributi a fondo perduto per le spese di gestione, per iniziative che agevolino la ristrutturazione, l’ammodernamento, l’ampliamento per innovazione del prodotto e del processo dell’attività. Al più piccolo comune dell’Umbria, ossia Poggiodomo, da qui al 2022 spettano 30.395 euro, mentre a Norcia, che è il più popoloso dei quaranta enti locali, sono stati assegnati 170.216 euro.

Quasi 3 milioni per le Pmi delle aree interne Il contributo è stato definito tenendo conto della perifericità e della minore dimensione demografica articolata in due fasce: fino a 3 mila abitanti e fino a 5 mila abitanti. I criteri, definiti dal governo e di cui Anci ha richiesto la revisione, servono a determinare il grado di perifericità di un comune, che è conseguenza della presenza o meno sul territorio dei servizi essenziali e della rapidità di accesso tramite sistema viario locale. Lo stanziamento può essere anche destinato all’acquisto  di macchinari, impianti, arredi e attrezzature varie, per investimenti immateriali, per opere murarie e impiantistiche necessarie per l’installazione e il collegamento dei macchinari e dei nuovi impianti produttivi acquisiti. «Anci Umbria – ha detto il segretario generale Silvio Ranieri – ha da sempre posto particolare attenzione ai piccoli comuni e questa misura va a sostenere non solo il tessuto economico di quelle aree maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria e dalla precedente crisi economica, ma anche il tessuto sociale di queste realtà che appare sempre più fragile».

Fondi assegnati Comune per Comune Il coordinatore dei piccoli Comuni di Anci Umbria, Federico Gori, ha ricordato, invece, che «già in una nostra recente indagine sulle aree marginali, realizzata prima del Covid, era emerso in tutta la sua drammaticità un aumento del rischio di spopolamento. Questo provvedimento contribuisce a invertire questa tendenza». I piccoli comuni che usufruiranno del provvedimento in Umbria sono: Poggiodomo (30.935 euro), Polino (34.657), Vallo di Nera (38.409), Scheggino (41.658), Parrano (42.899), Sant’Anatolia di Narco (44.612), Monteleone di Spoleto (45.173), Lisciano Niccone (45.764), Preci (48.659), Paciano (56.901), Sellano (58.319), Cerreto di Spoleto (58.643, Penna in Teverina (59.530), Monte Santa Maria Tiberina (62.129), Montegabbione (63.163), Montefranco (65.881), Lugnano in Teverina (70.341), Monteleone d’Orvieto (70.341), Alviano (70.459), Monte Castello di Vibio (72.705), Ficulle (75.777), Montecchio (76.427), Allerona (80.060), Guardea (80.562), Calvi dell’Umbria (80.680), Otricoli (81.094), Fratta Todina (82.778), Ferentillo (82.896), Giove (84.018), Porano (85.436), Attigliano (86.411), Pietralunga (88.745), Castel Giorgio (90.163), San Venanzo (92.910), Avigliano Umbro (101.033), Baschi (106.941), Fabro (109.275), Castel Viscardo (112.495), Cascia (119.525) e Norcia (170.216).

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