Un agriturismo in Umbria (foto F.Troccoli)

di Maurizio Troccoli
L’Umbria ancora più in basso nelle classifiche per la qualità della vita per generazioni. Così viene fotografata la nostra regione nel nuovo studio reso pubblico, in anteprima, al festival dell’economia di Trento.

L’Umbria Per quanto riguarda i giovani, ad esempio, Perugia, nonostante il profilo di città universitaria, arriva al 65esimo posto in Italia. Molto meglio Terni che è al 21esimo posto. Mentre per la categoria di città adatta ai bambini, il capoluogo umbro è al 58esimo posto, seguito appena dopo, da Terni al 59esimo posto della classifica nazionale. Quanto agli anziani, Terni è al 68esimo posto, mentre Perugia al 35esimo.

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Classifica La città che, in Italia, invece si posiziona meglio è Aosta, seguita da Piacenza e Cagliari, tenuto conto della combinazione delle tre categorie: bambini, giovani e anziani. E’ la seconda edizione della classifica sulla qualità di vita per generazione, calcolata per tre categorie, ognuna su 12 parametri, in nessuno dei quali l’Umbria è presente sul podio. I 12 parametri sono garantiti dalle fonti certificate di Istat, Miur, Centrostudi Tagliacarne e Iqvia.

Le tre categorie Aosta è la città che si piazza prima in classifica per i bambini, mentre è al sesto posto per gli anziani, e al 37esimo posto per i giovani. Piacenza invece è in testa per i giovani, ma è al 42esimo posto per gli anziani e al 75esimo per i bambini. Cagliari che ha il primato per il benessere garantito agli anziani, è al 21esimo posto per i bambini e 80esimo per i giovani. Trento è l’unica città italiana presente tra le prime dieci delle tre categorie. La Toscana è premiata per la qualità della vita ai bambini, con Arezzo Siena e Firenze al secondo, terzo e quarto posto. Quanto ai giovani, è la regione Emilia Romagna a posizionare meglio in classifica le sue città con Piacenza, Ferrara e Ravenna sul podio e Forlì-Cesena e Modena in ottava e decima posizione.

Dati nazionali Il dato nazionale dice anche che la speranza di vita a 65 anni aumenta di 1,5 punti percentuali, mentre la spesa pubblica per l’assistenza domiciliare si riduce del 10,1%. I geriatri attivi aumentano del 5,7% mentre gli infermieri dello 0,3%. Il numero medio di figli per donna cresce dello 0,8%, passando da 1,24 a 1,25 e cresce anche il numero di verde attrezzato nei Comuni, dello 0,1%, come gli asili nido del 5,5%. I pediatri invece sono in calo dello 0,4% come gli amministratori comunali under 40 -3,4%. L’affitto ha una incidenza sul reddito in aumento del 2,5%, mentre scende di 1,2 punti percentuali l’imprenditorialità giovanile e la presenza di bar e discoteche ogni 10 mila abitanti si abbassa del 2,6%.

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