di Daniele Bovi
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E’ nel capoluogo di una regione, l’Umbria, duramente colpita dalla crisi che Cgil, Cisl e Uil si daranno appuntamento il primo maggio, quando la manifestazione nazionale unitaria si terrà in una Perugia «capitale del lavoro – ha detto martedì il segretario della Cgil Mario Bravi, che ha presentato il programma insieme a Ulderico Sbarra della Cisl e a Claudio Bendini della Uil – e non del degrado». Una città ancora scossa dal duplice omicidio di Margherita Peccati e Daniela Crispolti, le due dipendenti della Regione freddate il 6 marzo scorso a colpi di pistola mentre erano al lavoro negli uffici del Broletto. Fatti che hanno portato i segretari confederali a scegliere proprio Perugia come città nella quale tenere la manifestazione nazionale: «Si è riflettuto in modo non sufficiente – ha detto Bravi – sul sacrificio fatto da queste due lavoratrici. E’ il momento di rimettere il lavoro al centro della discussione».

La giornata Il programma della giornata prevede la partenza del corteo alle 10 da piazza Partigiani, con la manifestazione che confluirà in piazza IV Novembre. Qui, intorno alle 11, si terranno i comizi dei tre segretari nazionali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Gli organizzatori stimano una presenza di oltre 10 mila manifestanti, di cui circa 4 mila da fuori regione. Dalle 16 spettacolo di burattini curato da Mario Mirabassi mentre due ore più tardi, sempre in piazza IV Novembre, inizierà il concerto. Sul palco Michele Maraglino, El Terrific, La Jena, 88 Folli, Skouts e, dalle 22, il concerto finale con Enrico Capuano e La Tammurriata Rock.

Priorità assoluta «Il lavoro deve diventare la priorità assoluta – ha detto Claudio Bendini – l’Istat ci ha detto che circa un milione di famiglie italiane vivono senza un reddito da lavoro, e molte di queste anche con figli. Dunque – ha aggiunto – le dimensioni del problema sono drammatiche. E’ necessario avviare immediatamente un percorso di sviluppo in grado di rilanciare l’occupazione». La manifestazione segna anche la ripresa del percorso unitario della Triade, tanto che il 30 aprile gli esecutivi nazionali si riuniranno a Roma per discutere della rappresentanza sindacale.

Una regione in crisi L’Umbria è stata scelta anche per le condizioni economiche in cui versa la regione e per farne così una sorta di simbolo di riscatto del Paese: «L’Umbria diventa capitale del lavoro, un valore dal quale ripartire per uscire dalla crisi – ha aggiunto Bravi – una crisi che ha ormai raggiunto proporzioni drammatiche, con 28 mila posti di lavoro persi in tre anni nella nostra regione e un’emergenza assoluta per la cassa integrazione in deroga sulla cui copertura non ci sono ancora garanzie». Una regione «il cui buon modello – ha spiegato Sbarra – è oggi in crisi. Avevamo raggiunto standard importanti in vari settori ma ora siamo in difficoltà. Ecco perché è da questi luoghi che si deve ripartire. L’Umbria, a partire da questo appuntamento, può diventare il simbolo del riscatto del Paese, che passa necessariamente dalla crescita, attraverso riforme, lavoro e una maggiore equità».

La polemica E ai giornalisti che gli chiedono della dura polemica dei giorni scorsi con la presidente della giunta regionale Catiuscia Marini, Sbarra risponde così: «Io – dice – sono disponibile al chiarimento, dialogo con tutti ma credo ci sia stata un’incomprensione di fondo. Si deve discutere di tutto e non penso di aver detto cose che non erano state già dette o studiate. Magari le ho dette con durezza perché non riesco ad accettare che la nostra regione vada peggio di altre. Una situazione di cui tutta la classe dirigente porta la responsabilità».

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