Luca Ceccarelli, ex sacerdote di chiesa Cattolica, oggi pastore della Inclusive Anglican Episcopal Church e Madre Maria Vittoria Longhitano Vescova

di Maurizio Troccoli

E’ stato sacerdote cattolico, poi ha fatto i conti con la sua omosessualità e ha chiesto di ‘spogliarsi’. Ma il suo rapporto con Dio, la sua spiritualità, ha continuato a interrogarlo. Ha scoperto una nuova strada al cristianesimo, ricordandosi che l’ordinazione sacerdotale è in perpetuo. Si è unito a un altro uomo. Ed anche ad un’altra chiesa «che però vuole essere in dialogo – dice – con quella cattolica». Oggi celebra i sacramenti e la messa per quanti hanno bisogno di Dio, ma per una propria condizione esistenziale non si sentono «accolti» dalla chiesa cattolica. Sono omosessuali e Lgbt, ma anche conviventi, divorziati e altri che desiderano un dialogo sereno con l’anima. E’ la storia di Luca Ceccarelli, perugino, ex sacerdote della diocesi di Terni, con incarichi anche a livello diocesano.

La scoperta dell’omosessualità è precedente alla sua vocazione o successiva? Come è stata vissuta da sacerdote?

Nel 1993 decido di entrare in seminario con il consenso del Vescovo dopo un cammino formativo e dopo il Baccalaureato conseguito alla Pontificia Università Lateranense a Roma, nel 2000 vengo ordinato presbitero incardinato nella diocesi di Terni Narni Amelia, fino al 2008 svolgo molte funzioni in curia e anche nella pastorale “pratica” in diverse parrocchie. In questi anni però, ciò che io sentii a suo tempo: cioè la mia omosessualità, che per un periodo ho potuto sublimare (come la chiesa Cattolica cioè universale apostolica di Roma definisce) non riuscivo più a sublimarla forse per i troppi impegni o per la solitudine, forse e quindi concedevo a me quell’affetto che mi mancava. Indubbiamente l’amore per Dio era assoluto ma, ciò, non era assolutamente in conformità con la legge della Chiesa di Roma. E così per il bene soprattutto delle persone che il Signore mi aveva posto innanzi e per il popolo di Dio nel 2008 decido definitivamente  di lasciare il presbiterato. Che non è mai stato per me uno status ma era ed è tuttora una questione ontologica. E ‘ stata una scelta dolorosa, ma di chiarezza, di amore e di non voler sia scandalizzare ne tanto meno prendere in giro, tutte quelle persone che dai vari pulpiti si sentono dire tante cose. Certo è, che se la mia scelta nel lontano 1993 fosse stata quella di volermi nascondere dietro un “abito” e un’Istituzione, di certo non avrei chiesto la dispensa e sarei continuato a restare nella Chiesa Cattolica (Universale) Apostolica di Roma.

Quindi la scelta di vivere liberamente la tua sessualità e poi?

In realtà ho fatto un percorso con la Comunione Anglicana ma ufficialmente ho poi aderito alla Inclusive Anglican Episcopal Church, realtà anglicana non legata a Canterbury. Da quando ho lasciato non è stata per nulla facile, ritornare a rivivere all’età di 35 anni perchè non eri più nessuno e trovare un lavoro non vi dico, nessuno mi ha aiutato. In questi anni che non ho esercitato più il ministero, ho svolto vari lavori e ho trovato fortunatamente una persona straordinaria al mio fianco, Mauro, con cui ci siamo uniti civilmente. Una parte del mio cuore è sempre stata inquieta perché mi mancava quella relazione ineffabile con Dio attraverso i sacramenti e il mio amore alle persone soprattutto quelle messi ai crocicchi: per aiutarle, per comprenderle, per confortarle, per portarle a Lui che è il vero amore, che è la via, la verità e la vita.

La scoperta quindi di un sacerdozio nuovo?

Mi risuonava dentro il salmo 110 che dice: ‘Tu es sacerdos in æternum, secundum ordinem Melchisedech’. Per caso conosco Madre Maria Vittoria Longhitano, prima donna ad essere ordinata presbitera nel 2010 presso la chiesa anglicana di Tutti i Santi a Roma dal vescovo vetero-cattolico Fritz-René Müller, e che era in quel tempo Arcidiacona (Vicaria Episcopale) per più di otto anni, della Chiesa Episcopale della Comunione Anglicana per l’Italia. Con Lei inizio una serie di colloqui e inizio seriamente a pensare di ricominciare e far fruttificare il mio presbiterato a servizio di Dio e dei fratelli.

Quali possibilità quindi per lei?

Madre Maria Vittoria Longhitano nel 2021 a maggio è stata consacrata vescova nella Inclusive Anglican Episcopal Church, nonché presidente/primate per l’Italia, e nell’occasione ho manifestato nelle sue mani la mia piena volontà nel servire la nuova Chiesa. La Chiesa inclusiva Anglicana Episcopale nasce, nel solco tracciato dai nostri padri e dalle nostre madri, che hanno abbracciato la prospettiva della Chiesa una, santa, cattolica (universale) e apostolica, secondo la visione anglicana, ispirati dalla Parola e nutriti dalla grazia dei sacramenti, noi germogliamo come seme per la nostra Europa, come propagatori e propagatrici, convinti predicatori e predicatrici di un Anglicanesimo che intende ritrovare il suo “primo amore”, sinteticamente riassunto nella espressione: “via media”. Via di equilibrio tra legittime aspirazioni di individui e comunità umane, via lastricata dei grandi valori del dialogo, nell’accoglienza, della tolleranza, del pluralismo e delle diversità accolte ed amate come ricchezza.

Quindi un percorso nella fede ‘protestante’ che però deve fare i conti con altre resistenze…

Un Anglicanesimo non più d’elitè, perchè le nostre comunità cessino di essere clubs esclusivi per i “bravi” e i “self-made-men”, ma accolgano e abbraccino anche i poveri, coloro che sono feriti dalla vita e marchiati secondo gli standards di presunte “aristocrazie dello spirito”. Giuridicamente non appartenenti ad organizzazioni formalmente associate alla sede di Canterbury – alla quale però ci sentiamo legati da vincoli filiali di venerazione e gratitudine. Tuttavia, viviamo e pratichiamo l’ecumenismo sia attraverso rapporti locali con le altre Chiese che attraverso accordi di Comunione e partnership con altre chiese cristiane: siamo in comunione con la Chiesa apostolica ecumenica, presente in tutti i continenti e con la prestigiosa Open episcopal church, chiesa facente parte del Consiglio mondiale delle chiese cristiane attraverso l’Iccc. Noi cerchiamo di autogovernarci, non percepiamo stipendi e quindi andiamo avanti con il lavoro delle nostre mani, in modo da essere guidati dallo Spirito Santo. Questo richiede che ogni membro si assuma delle responsabilità per il bene comune e che il clero condivida con i laici le funzioni di leadership. Attualmente la Vescovile d’Italia è a Catania e poi vi sono diverse Comunità sparse per la penisola. Compresa quella nostra umbra, di Perugia, chiamata ‘Cor unum et anima una’ con sede a Villa Pitignao.

Cosa cambia rispetto al culto cattolico?

Innanzi tutto mi preme ricordare che: Dove il Vangelo di Gesù è annunciato e i sacramenti del ‘nuovo patto’ sono celebrati fedelmente, lì è la Chiesa. Tuttavia è necessario che tutto questo sia espresso e trovi compimento e segno efficace nella liturgia, nello specifico ministero della Parola, così come nella presenza di ministri e ministre ordinati, abilitati a predicare e celebrare i sacramenti nonchè ad occuparsi del gregge di Cristo con amore e dedizione. La differenza secondo me più importante è che la nostra Chiesa non esiste per giudicare secondo moralismi retrivi o preconcetti ipocriti. Siamo chiamati a trascendere il moralismo ed amare il nostro prossimo così com’è, cominciando ad amare ed accettare noi stessi così come siamo, fiduciosi di poter trasformare – passo passo – le nostre vite attraverso la grazia della Parola, dei sacramenti e della fraternità vissuta ed esperita nelle comunità e tra fratelli. Poi indubbiamente vi è sicuramente la parte teologica più importante quella del primato del Papa e della sua infallibilità, sulla rivelazione abbiamo la Sacra scrittura, la Tradizione e la ragione e non l’affidamento dell’interpretazione affidate al magistero. Abbiamo gli stessi sacramenti con l’eccezione che l’eucarestia non viene vietata a nessuno se davvero ha il suo cuore proteso verso Dio, padre e madre. Il sacramento del matrimonio è ammesso a tutti i battezzati e cresimati senza alcuna distinzione. Liturgia è inclusiva cioè occidentale e anglicana ma, con delle parti in comune anglicane per tutti. I dogmi dell’Immacolata e dell’Assunzione di Maria non vengono riconosciuti ma vi è una grande fede per Maria che è la Madre di Dio e non solo.

Perchè si rivolge particolarmente alle persone Lgbt, quale messaggio ha per loro?

Voglio continuare a non rifiutarmi a nessuno, correndo ogni rischio, perché vivere nel proprio egoismo, è vivere nel buio, nella meschinità, nel non amare la vita e noi stessi. Desidero avere un dialogo con tutti, avendo due pilastri fondamentali su cui possa appoggiare ogni tipo di relazione: l’umiltà e la sincerità, elementi essenziali per la ricerca del vero, della vita, dell’amore. Mi rivolgo non solo alle persone Lgbt ma a tutti coloro: divorziati, separati, accompagnati, risposati che comunque la Chiesa di Roma li accoglie ma come ‘fratelli e sorelle passivi’ cioè non possono accostarsi ai sacramenti se non solo spiritualmente o se vivono una vita casta. Questa mia scelta è dettata dall’amore che ancora ho e avrò per Dio e fino al mio ultimo alito di vita per ogni persona, qualunque essa possa essere perchè, figlia di Dio. Ed è anche dettata da una frase storica di San Giovanni della Croce, che ho fatto come stile di vita: ‘Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore’. L’amore vero ci fa sentire vivi, ci fa scoprire la bellezza e l’armonia delle cose, del creato, non ci possiamo sottrarre a questa forza divina, perché la nostra felicità dipenderà da quella che saremo riusciti a donare negli altri, sapendo che: ‘Forte come la morte è l’amore” (Cantico dei Cantici 8,6).

Che valore hanno i sacramenti che celebra ora?

L’ordine sacro che mi è stato conferito legittimamente il 22 gennaio del 2000 è un sacramento indelebile perché imprime il carattere. Su questa motivazione teologica nessuno potrà mai essere privato della potestà d’ordine, che per la stessa ragione mai potrà essere dichiarata nulla se è stata validamente conferita, come ricorda il codice di diritto Canonico. Quindi i sacramenti da me celebrati e somministrati sono validi ma illeciti per la chiesa Cattolica (universale) apostolica e romana. Ma validi e leciti per la mia Chiesa.

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