«Questa non è un’opera qualsiasi perché la piazza ha per Perugia un valore simbolico». Così il sindaco Andrea Romizi inaugurando lunedì mattina la ‘nuova’ piazza Fortebraccio, che i perugini da sempre chiamano piazza Grimana. Grazie al cantiere partito quest’estate infatti (finanziato quasi interamente dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia), la piazza è stata riqualificata con una nuova pavimentazione uguale a quella di corso Garibaldi e via Ulisse Rochi, facendo così rinascere simbolicamente una delle antiche vie regali della città. In più sono stati rimessi a nuovo il sagrato della chiesa di San Fortunato e la pavimentazione di fronte a palazzo Gallenga (sede dell’Università per stranieri), di fronte al quale è tornato uno dei due lampioni liberty. Quello già installato era stato portato alla Città della Domenica, da dove è stato rimosso con il consenso della famiglia Spagnoli, mentre il secondo verrà creato ex-novo sulla base di quello già esistente.
Romizi «La riqualificazione – ha continuato il sindaco – dà lustro a uno dei monumenti simbolo di Perugia, ossia l’Arco etrusco, recuperato nel suo splendore grazie al contributo di Brunello Cucinelli. Il nuovo volto dell’opera ci riempie di orgoglio emozionandoci ogni volta che la guardiamo. E ancora il recupero della piazza ridà lustro all’Università per stranieri, straordinaria istituzione cittadina, che dobbiamo saper valorizzare al meglio». Romizi, che ha ringraziato tutti quelli che hanno contribuito ai lavori ha sottolineato che l’Amministrazione «crede molto nel ruolo delle piazze, che hanno la capacità di ricucire la distanza esistente tra i quartieri. Oggi, non a caso, piazza Grimana si pone come punto di contatto tra l’acropoli ed il Borgo, abbracciandoli. È la conferma che la città si muove grazie al protagonismo diffuso dei cittadini; spetta ora a noi dare l’esempio, sostenendo questo straordinario impegno della gente».
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Paciullo e Mezzanotte Alla cerimonia hanno partecipato molti consiglieri comunali e assessori, Brunello Cucinelli, il rettore della Stranieri Giovanni Paciullo, Alessandro Guidi in rappresentanza della famiglia Spagnoli e le autorità militari. «L’operazione – ha detto Paciullo – rappresenta un grande atto d’amore verso la città. È con queste opere, infatti, che si possono recuperare gli indicatori veri di una comunità». Paciullo ha confermato che la riqualificazione della piazza è fondamentale per l’Università, perché consente di superare il precedente degrado, creando nel contempo un più stretto rapporto tra l’Istituzione e la città. Il professor Franco Mezzanotte infine, presidente dell’associazione Vivi il Borgo, ha evidenziato che la riqualificazione ha consentito di creare una sorta di campus universitario, ma anche un punto di continuità tra il centro ed il Cassero. «Qui c’è stata la storia – ha concluso – e qui la storia potrà continuare».