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L'ex carcere di Perugia potrebbe ospitare la cittadella giudiziaria

di Daniele Bovi

Una simbolica posa della prima pietra in attesa che i lavori, sempre che tutto fili liscio, partano davvero. Il 2 maggio, a Roma, sarà firmato il protocollo d’intesa che dopo lunghi anni di ipotesi e discussioni, infittitesi più che altro negli ultimi due, sancisce l’avvio del percorso che dovrebbe portare alla costruzione della cittadella giudiziaria in piazza Partigiani, al posto dell’ex carcere. A siglare il patto saranno il Comune di Perugia, la Regione, il Ministero della giustizia, quello dei Beni culturali e, infine, l’Agenzia del demanio. Venerdì la giunta comunale ha approvato il testo del documento che getta le basi per l’opera che, se tutto andrà in porto, cambierebbe larga parte del volto del centro storico.

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Nove in uno Basti pensare infatti che l’operazione di razionalizzazione consentirebbe di trasferire nell’ex casa circondariale ben nove uffici finora spezzettati nei vari quartieri della città: via Simonucci, via XIV Settembre, piazza Matteotti, via Baldo, via Baglioni, via Bartolo, via Mario Angeloni, via delle Streghe, via Martiri dei Lager. Spazi, specialmente quelli del centro storico, a quel punto tutti da ripensare così come è da valutare l’impatto che questa operazione comporterebbe per le aree circostanti vista la mole di persone che il comparto giustizia muove. I costi? Difficile quantificarli in assenza di un progetto, ma una stima ragionevole dei costi va dai 30 ai 40 milioni di euro; quanto ai tempi, in caso saranno necessariamente lunghi.

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Il tavolo Nelle pagine del protocollo sono previste delle tappe intermedie vista la complessità dell’intervento. Alla base di tutto c’è un tavolo tecnico composto dai membri di tutte le istituzioni coinvolte, che in primis porterà avanti tutte le attività propedeutiche come gli approfondimenti tecnici riguardo la struttura, un panopticon a cinque livelli costruito tra il 1865 e il 1870 (il progetto era di Giuseppe Pilani) e dismesso nel 2006 con l’apertura di Capanne. Compito del tavolo sarà anche quello di individuare tutte le soluzioni tecnico-economiche e i percorsi amministrativi necessari, oltre che verificare tutte le possibili sinergie e fornire indicazioni operative riguardo le attività propedeutiche alla progettazione.

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Piano e concorso Terminata questa fase, l’Agenzia (che per le attività preliminari di progettazione ha messo sul tavolo nel 2018 1,3 milioni di euro) affiderà a un professionista esterno la redazione di un Piano urbanistico-edilizio attuativo, che farà chiarezza sulla reale fattibilità del progetto sul piano tecnico, amministrativo ed economico. Il tavolo dovrà esprimere un parere di compatibilità su questo documento, che in caso di assenso potrebbe rendere necessarie anche delle varianti al Prg. Con l’eventuale semaforo verde sarà indetto un concorso di progettazione, sempre promosso dall’Agenzia, che avrà come orizzonte di riferimento il Piano. Al tavolo, che dovrà produrre una relazione sullo stato dell’arte ogni tre mesi, toccherà anche predisporre un cronoprogramma puntuale che disciplini nel dettaglio le varie attività contenute nel protocollo.

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Romizi «La firma del protocollo – commenta il sindaco Andrea Romizi – è, da un lato, il punto d’arrivo di un percorso condiviso da tempo con la magistratura, l’avvocatura e la cittadinanza perugina e, dall’altro, è un punto di partenza concreto per la realizzazione del progetto. Prezioso è stato il ruolo dell’Agenzia del demanio, che ha creduto da subito nell’idea progettuale avanzata dal Comune, spendendosi fortemente per il recupero e la rifunzionalizzazione delle strutture carcerarie. Non si tratta solo di un intervento edilizio, ma di un vero e proprio intervento di rigenerazione urbana nel cuore del centro storico, un’opportunità di ridare vivacità e far diventare strategica un’area, come quella di Porta Eburnea, che necessita di essere riqualificata. È fondamentale – conclude Romizi- che la cittadella giudiziaria resti in centro».

 

Twitter @DanieleBovi

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