di Daniele Bovi
Un’operazione che potrebbe garantire vantaggi a entrambi i fronti: una riduzione del contenzioso per quanto riguarda il Comune e, per il debitore, uno “sconto” sulle somme da pagare. L’amministrazione comunale di Perugia in tema di fisco si prepara a sfruttare, dopo il colpo di spugna da 10,3 milioni di euro varato mercoledì, un’altra possibilità offerta dalla Finanziaria 2023. Per venerdì è infatti in programma una seduta congiunta delle commissioni Affari istituzionali e Bilancio in cui saranno esaminate due preconsiliari della giunta.
DALLE MULTE ALL’ICI E NON SOLO: COLPO DI SPUGNA DA 10,3 MILIONI
Definizione agevolata Una di queste riguarda la «definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti». Il testo approvato dal Parlamento dà la possibilità ai Comuni di stabilire, entro il 31 marzo, l’applicazione di queste agevolazioni ovviamente alle liti tributarie in cui sono coinvolte l’Amministrazione o una delle società che si occupano della riscossione per conto di Palazzo dei Priori. Il Comune, stando al testo che approderà venerdì nelle commissioni, si avvarrà di questa possibilità per quanto riguarda la Tari (la tassa sui rifiuti), l’imposta comunale sulla pubblicità e pubbliche affissioni e per l’Ici.
Le novità In particolare le agevolazioni potranno essere applicate a tutte quelle liti in cui il ricorso in primo grado è stato notificato alla controparte entro il primo gennaio scorso, data di entrata in vigore della Finanziaria. «L’adesione alla definizione agevolata – scrive la giunta nell’atto – comporta l’esclusione delle sanzioni e degli interessi e il pagamento in una percentuale variabile dal cento per cento al cinque per cento del valore della controversia (di norma l’imposta), in funzione dello stato del contenzioso e dell’esito delle sentenze».
Le cifre Per stabilire la percentuale ovviamente bisogna partire dal valore della lite, cioè l’importo al netto di interessi e sanzioni (o le sole sanzioni nei casi in cui le controversie riguardino solo l’irrogazione di queste ultime). In sintesi va versata l’intera somma se l’Agenzia delle entrate è risultata vincitrice nell’ultima (o unica) pronuncia, il 90 per cento quando quest’ultima non è stata ancora depositata mentre il 40 per cento quando c’è soccombenza dell’Agenzia in primo grado, o il 15 per cento se ciò avviene in secondo grado. Solo il cinque per cento invece va pagato quando la lite si trova in Cassazione e l’Agenzia risulta integralmente soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio.
Cosa cambia La procedura sarà percorribile non solo per coloro che hanno a che fare con avvisi di accertamento e sanzioni ma anche, come chiarito in una circolare di fine gennaio dall’Agenzia delle entrate, per «atti meramente riscossivi». Altro dato da tenere a mente è che se gli importi dovuti superano i mille euro è possibile un pagamento rateale per un massimo di 20 rate trimestrali, da pagare entro il 30 giugno, 30 settembre, 20 dicembre e 31 marzo di ciascun anno. L’intero procedimento è dettagliato nell’apposito regolamento che il Comune si appresta a varare