Un momento del convegno

L’agricoltura sociale come volano di un’idea di cooperazione a tutte le latitudini. Di questo si è parlato nei giorni scorsi a Perugia durante un convegno organizzato al Mater Gratiae di Montemorcino da Tamat Ngo. L’appuntamento, intitolato «Fattore sociale, agricoltura e immigrazione per l’innovazione sociale», si è svolto nell’ambito del progetto «ColtiviAmo l’integrazione». Dopo i saluti di Alessandro Moretti, presidente delle Acli provinciali di Perugia, e la proiezione di due cortometraggi prodotti all’interno dei progetti di Tamat Urbagri4women e ColtiviAmo l’integrazione sulle esperienze di inclusione socio-lavorativa realizzata presso il Mater Gratiae, a introdurre i lavori sono stati il direttore di Tamat Piero Sunzini e il consigliere comunale della municipalità di Agios Athanasios (Cipro) Chrisphas Christophi.

Gli interventi Sono poi intervenuti Domenico Lizzi, coordinatore del progetto «ColtiviAmo l’integrazione» per Tamat, Marta Lovison e Cecilia Lindenberg di Fondazione Ismu (Milano), Elisa Occhipinti e Adriana Cannizzaro dell’Associazione I Tetti Colorati Onlus (Ragusa) e Carolina Rocha Barreto del Robert F. Kennedy Human Right Italia (Firenze). Negli interventi sono stati condivisi con i presenti i primi positivi risultati di laboratori, esperienze concrete e azioni svolte per integrare, attraverso il lavoro e il confronto culturale, ragazzi e ragazze provenienti da paesi terzi. «Nel corso del pomeriggio – spiega Tamat in una nota – è stato poi presentato da Marios Zittis di Cardet il catalogo delle buone pratiche dell’agricoltura inclusiva alla base del progetto. In questo senso sono risultate molto interessanti le esperienze dei partner della rete associativa che sostiene il progetto».

I progetti Samanta Musarò della rete Semino ha presentato l’esempio della coop bolognese Kilowatt, che ha saputo riqualificare in modo innovativo le serre dei giardini Margherita di Bologna con una prospettiva culturale legata alla ristorazione, all’educazione e a spazi di coworking; Edoardo Todeschini di Rob de Matt (Milano), associazione di promozione sociale, ha condiviso la propria esperienza di gestione di un ristorante sociale in cui vengono inclusi soggetti svantaggiati. Quanto all’Umbria, a parlare sono stati il professor David Grohmann del Dipartimento di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università di Perugia (molto attento alle tematiche dell’agricoltura sociale e che sta collaborando nel capoluogo umbro con l’esperienza di Montemorcino), e Alessandro Brocatelli di Cidis Onlus che ha illustrato esperienze e prospettive possibili.