di Maurizio Troccoli
«La nuova variante è molto più contagiosa», è quanto ha dichiarato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Parliamo di quella proveniente dall’Africa, battezzata come variante Omicron, la cui caratteristica principale è quella di presentare molte mutazioni sulla proteina spike. Si teme che presenti un maggior rischio di reinfezione, di contagiosità, e, soprattutto, che sia resistente agli attuali vaccini. L’Italia ha chiuso i voli con i paesi nei quali la variante Omicron è stata individuata, che sono: Sudafrica, Lesotho, Zimbawe, Botswana, Mozambico, Malawi, Eswatini e Namibia.
Arrivata in Europa Un caso è sicuramente arrivato in Europa. Si tratta di una donna giunta in Belgio, proveniente dall’Egitto, tramite la Turchia.
La risposta di Pfizer Quanto alla capacità di resistere ai vaccini, Pfizer ha assicurato di riuscire a capirlo «entro un paio di settimane» e «nel caso in cui emerga una variante che sfugga al vaccino» di riuscire ad aggiornare il vaccino «su misura in circa 100 giorni». Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, spiega quali sono le cose certe al momento e parla di «altissima contagiosità».
L’Africa per mutare Intanto lasciare l’Africa scoperta dalla vaccinazione significa semplicemente accettare che il virus abbia un luogo libero in cui continuare a mutare. Poi non gli resta che aprirsi la strada verso il resto del mondo. Che potrebbe essere quello che sta cercando di fare, in questo momento, ‘Omicron’. Il fatto che in Occidente si stia operando per garantire a tutti la terza dose, mentre c’è un continente ancora scoperto dalla prima dose «è immorale», è quanto ha affermato Githinji Gitahi, direttore di Amref Health Africa e responsabile della commissione Covid in Africa. La scelta che sembra suggerire sarebbe quella maggiormente equa ed efficace di garantire le terze dosi a fragili e coprire velocemente l’Africa con l’immunizzazione, dai fragili africani a tutta la popolazione. Nel continente africano vive il 17% della popolazione mondiale ma qui è arrivato soltanto il 3% delle dosi globali. Negli ultimi mesi si registra un incremento e sembra si inizi a valutare la possibilità di produrre il vaccino direttamente in Africa.