Bassetti e Giulietti durante l'annuncio nella sede della curia (foto U24)

di Daniele Bovi

Che la notizia fosse in grado di generare al contempo gioia e tristezza lo si è capito appena varcati i cancelli della Curia di Perugia, dove con poco preavviso la stampa è stata convocata per il mezzogiorno di sabato; oggetto, «una comunicazione importante alla nostra comunità diocesana». Nel salone dell’arcivescovado facce tirate, sguardi bassi e una grande commozione: monsignor Paolo Giulietti è il nuovo arcivescovo di Lucca. A dare l’annuncio è il cardinale Gualtiero Bassetti dopo una breve preghiera e appena terminati i rintocchi delle campane che segnano il mezzogiorno: «L’angelo del Signore – ha detto in un intervento di pochi minuti, con la voce spesso rotta dalla commozione – portò l’annuncio a Maria; essa rimase turbata, poi lo elaborò, lo vide nella luce di Dio, lo accolse con fede e ne gioì. È il tipo di notizia che sto dando oggi».

VIDEO – BASSETTI COMMOSSO E IL SALUTO DI GIULIETTI

Fino a Pasqua Giulietti, perugino di 55 anni, rimarrà in città ancora per qualche tempo. Il monsignore farà infatti ingresso a Lucca dopo Pasqua, cioè dopo il 21 aprile; fino ad allora, tecnicamente, non sarà più vescovo ausiliario di Perugia bensì «delegato ad omnia», il che conferisce la facoltà di firmare tutti gli atti che riguardano l’attività del vicario. «Ci sono dei cassetti da chiudere e da lavorare» dice infatti Giulietti riferendosi ai dossier amministrativi a cui pensare nelle prossime settimane. La partenza del monsignore pone nell’immediatezza un problema di non poco conto: «Da solo – ha detto Bassetti che, come noto, è anche presidente della Cei – non posso continuare, sono più i giorni che manco che quelli che sono presente per via dei miei grandissimi impegni; il Santo Padre ha assicurato, ed è di parola, che entro breve ci darà un nuovo ausiliare. Ho bisogno di una spalla buona». Per il sostituto dunque bisognerà attendere i giorni dopo la Pasqua.

TURISTI LUCCHESI A PERUGIA: «CI DEVE STRIGLIARE UN PO’»

La nomina Il primo incontro con il nunzio apostolico, la figura che tra gli altri compiti ha anche quello di occuparsi della procedura di nomina dei vescovi, Giulietti l’ha fatto il 7 gennaio, poi la notizia arrivata dal Papa, come spiegano in Curia, nelle ultimissime ore. «Ha portato turbamento nella mia e nella sua vita – ha aggiunto Bassetti – ma poi le cose si vedono con l’occhio della fede; noi siamo chiamati a servire la Chiesa, dove le cose avvengono abbastanza in fretta, in un certo modo». Il cardinale ha voluto sottolineare che «il Papa in questo modo ha voluto esprimere stima e affetto per un giovane vescovo. Paolo è un uomo che sa assumersi responsabilità, semplice, buono, sorridente e deciso. Certo, è un figlio e un fratello che parte, e quando ciò accade c’è grande emozione e nostalgia; al contempo c’è la gioia per un riconoscimento e una promozione attraverso la quale viene promossa tutta la nostra Chiesa». Per quello che tutti chiamano semplicemente «Don Paolo» infatti, non si tratta certo di un passo indietro.

LA VISITA A SORPRESA DEL PAPA A SPELLO

Diocesi importante Lucca, finora guidata da Benvenuto Italo Castellani che ha raggiunto i limiti di età, è infatti la diocesi più importante della Toscana dopo quella di Pisa. Un territorio diverso da quello di Perugia, senza un grande centro come il capoluogo umbro: Lucca ha infatti meno di 100 mila abitanti ma è circondata da tanti altre importanti realtà per un totale di 320 mila ‘anime’. La diocesi è antichissima, (costituita nel primo secolo dopo Cristo ed elevata ad Archidiocesi nel 1726) e può contare su 130 sacerdoti e 18 diaconi che lavorano in 362 parrocchie. Un territorio, attraversato dalla via Francigena, ricchissimo di devozione legata ai santi e di arte, a partire dallo splendido duomo romanico che custodisce il Volto Santo di Gesù (un crocifisso particolarmente venerato) e opere del Ghirlandaio e di Jacopo della Quercia. Per alleggerire il clima Giulietti tira fuori il suo lato ironico: «Paolino è il patrono di Lucca, e anche io da piccolo venivo chiamato così. Poi ho scoperto che tra i 244 vescovi di Lucca ce n’è stato uno umbro ma morto dopo sei anni; speriamo di fare meglio. Lì troverò Viareggio con il carnevale, le montagne, la via Francigena, Lucca comics, insomma, per i perugini ci saranno molte occasioni per vederci. Grazie al Papa per questo dono».

Il predecessore Castellani, come ha spiegato sabato lui stesso ai giornalisti convocati a Lucca, è stato tra quei vescovi che ha imposto le mani durante la consacrazione episcopale di monsignor Giulietti avvenuta a Perugia. «Credo – ha detto il vescovo che, in attesa delle decisioni del Papa, aveva presentato le sue dimissioni il 20 giugno scorso – sia un segno di continuità. Con lui abbiamo fatto un percorso insieme nella Cei, lui guidando la Pastorale Giovanile, io quella Vocazionale. Lo conosco bene e ho avuto modo di apprezzare il suo operato e il suo pensiero. Questo passaggio lo vivo in maniera davvero serena e naturale anche come percorso di fede». Castellani era stato nominato vescovo coauditore nel maggio 2003 da papa Giovanni Paolo II. Prese poi il posto di Bruno Tommasi, vescovo di Lucca, il 22 gennaio 2005 dopo il raggiungimento dei limiti di età del suo predecessore.

Chi è Don Paolo, vescovo ausiliario dal 2014, ha fatto tutto il suo percorso all’interno della Chiesa perugina. Presbitero dal 1991, monsignore dal 2005, è tra le altre cose anche direttore editoriale di Umbria Radio e del settimanale La Voce, oltre che segretario della Conferenza episcopale umbra e della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Un lungo percorso fatto perlopiù insieme ai giovani: responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei dal 2001 al 2007, promotore della partecipazione di migliaia di ragazzi alle Giornate mondiali della gioventù, studi teologici con specializzazione in pastorale giovanile, assistente diocesano del settore giovani dell’Azione cattolica e della Fuci. In più è grande amante del cammino, promotore dei pellegrinaggi a piedi e conoscitore dei cammini. Per tutti, come spiegavano anche sabato in Curia, più semplicemente «Don Paolo», il prete dalla grande stazza, la barba e nessuna paura di sporcarsi le mani.

Twitter @DanieleBovi

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.