A San Pellegrino di Norcia, uno dei paesi più colpiti dal terremoto di fine 2016, la comunità ha di nuovo un posto dove pregare e riunirsi. In attesa che venga ricostruita la chiesa, distrutta dal sisma, sabato è stato inaugurato un prefabbricato vicino al villaggio delle Sae, le Soluzioni abitative di emergenza). La popolazione si è ritrovata dinanzi alle macerie della chiesa parrocchiale con l’arciprete don Marco Rufini e don Davide Tononi; da qui, dopo aver accolto l’arcivescovo Renato Boccardo, la processione passando attraverso le case devastate è arrivata al prefabbricato. «Dal 24 agosto 2016 – ha detto don Rufini – l’unica cosa che il terremoto non ha rotto sono state le celebrazioni delle Messe avvenute sotto le tende, con un metro di neve e il gelo, con le campane che suonavano in orizzontale. Intorno all’altare del Signore le inevitabili frizioni – sì perché il sisma ti logora umanamente e solo chi ogni giorno apre gli occhi al mattino e vede la sua casa ridotta a un cumulo di macerie può capire – non hanno avuto il sopravvento e la comunità è rimasta unita e viva».
Il nuovo centro «Il nostro – ha proseguito don Marco – è un cammino a tappe. Il ritorno alla normalità dopo un terremoto è come scalare una montagna: inizi a salire, trovi un rifugio per un ristoro e riprendere fiato che sai però non essere la vetta, e riparti. Alla Madonna chiediamo una grazia, quella di poterci ritrovare a fare un giorno la processione inversa: da questo centro di comunità alla chiesa parrocchiale ricostruita, passando tra le case nuove. Chiediamo la grazia di poterlo ricordare noi e non i nostri pronipoti». Alla comunità è stata donata una ceramica di Deruta, opera del ceramista Mario Sambuco, che rappresenta la Madonna di Montesanto tra le macerie di San Pellegrino; sulla sinistra c’è papa Francesco in silenziosa preghiera dinanzi alla chiesa crollata, in ricordo della sua visita a San Pellegrino il 4 ottobre 2016; in alto a sinistra il sole, simbolo di speranza, che illumina le macerie.
Le promesse Nella sua omelia Boccardo, come fatto in più occasioni, è tornato sul tema delle promesse tradite. «In questo tempo del post terremoto tutti – ha detto – abbiamo bisogno dell’assistenza della Vergine. Prega per noi, Maria, e assistici nella fatica della ricostruzione; prega per noi, Maria, e aiutaci a non far spegnere nei nostri cuori la fiducia; prega per noi, Maria, e sostienici nel non perdere la speranza anche quando vengono fatte promesse che poi non trovano concretezza». Il prefabbricato sorge su un terreno messo a disposizione gratuitamente dalla famiglia Onori e per la sua realizzazione un contributo economico è arrivato anche dall’Opera del Duomo di Firenze.