Una vista del castello di San Girolamo

di C.A.

Quattro mesi, passati tra il carcere di vocabolo Sabbione e la sua abitazione di Borgaria dove era costretto dagli arresti domiciliari. Una storia iniziata il 17 luglio, quando fu arrestato, insieme a Luca Galletti e Paolo Zappelli, a seguito delle indagini scattate in procura per un’inchiesta giudiziaria riguardante la vendita del castello di San Girolamo, operazione intrecciata con l’inchiesta sulla diocesi di Terni. Ora, Antonio Zitti, dopo la revoca degli arresti domiciliari, torna a suo lavoro.

I CAPITOLI DELL’INCHIESTA

Il commento L’architetto narnese, in attesa del processo, ha ripreso possesso del suo ufficio di dirigente comunale dell’urbanistica – anche se qualcuno ipotizzava uno spostamento in un’altra area – e sembra quasi stupito di tanta attenzione: «Non ho niente da commentare, per me si torna alla normalità, quella normalità che ho sempre pensato non si dovesse violare e che credo sia rimasta tale anche in questi mesi. Torno al mio stesso posto di lavoro con i miei stessi compiti e le mie solite competenze. Se poi volete commentare fate voi ma non credo ci sia nulla di strano».

La solidarietà Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, che aveva subito manifestato la propria solidarietà al dirigente comunale, dice: «Vorrei proprio ricalcare le parole di Antonio perché la normalità è proprio quello che serve in questo momento all’amministrazione e allo stesso Zitti», mentre per il vice sindaco, Marco Mercuri, «Antonio ricomincia a fare il lavoro che fa da tanti anni con grande competenza e professionalità. Mi auguro che la magistratura faccia il suo corso e riesca a dimostrare la totale innocenza del dirigente, al quale auguriamo buon lavoro».

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