«L’obiettivo è quello di vaccinare da qui a marzo tutti i capi di bestiame». A dirlo, lunedì in Terza commissione a palazzo Cesaroni a proposto della febbre catarrale che sta colpendo gli ovini, meglio conosciuta come ‘Lingua blu’, è l’assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini rispondendo ad un’interrogazione dei consiglieri Gianfranco Chiacchieroni (Pd), Alfredo De Sio (FD’I) e Raffaele Nevi (FI) che avevano chiesto un intervento urgente da parte della giunta regionale. Cecchini ha risposto che palazzo Donini sta mettendo a punto una delibera che stanzierà «risorse finanziarie ingenti: contiamo – ha detto l’assessore – di arrivare a 100 mila euro, sfruttando anche le cifre, finora non utilizzate, messe a disposizione dal Ministero con la legge 20 del 2003 e quindi poter riaprire i bandi».
L’interrogazione «Finora – ha aggiunto – le gare sono andate deserte perché non c’era disponibilità di vaccini. Contiamo di estendere anche ai veterinari di stalla, non più solo a quelli impiegati nel pubblico, la possibilità di intervenire per le vaccinazioni». Chiacchieroni, De Sio e Nevi hanno proposto poi alla giunta di stipulare accordi con le Regioni limitrofe al fine di garantire la movimentazione di animali sensibili alla Blue tongue dello stesso sierotipo, tra aree omogenee dal punto di vista sanitario; accelerare i tempi per la disponibilità dei vaccini; verificare la possibilità di disporre dei vaccini, qualora disponibili, da parte delle altre Regioni; prevedere priorità di somministrazione a partire dagli ovini e indennizzi a favore di allevatori che abbiano subito particolari danni.
Protocollo Richieste di fronte alle quali anche in questo caso la risposta dell’assessore è stata favorevole: «L’assessorato – ha detto Cecchini – sta elaborando un protocollo d’intesa con altre Regioni per eventuali movimentazioni del bestiame e idonee soluzioni al problema dei vaccini. Con opportuna modifica alla legge 20 del 2003 contiamo di poter aprire bandi legati ai risarcimenti». Fino ad ora sono oltre 60 i focolai accertati nella regione, la maggior parte dei quali in provincia di Terni. Nei giorni scorsi uno è stato scoperto dall’Usl Umbria 1 a Umbertide.