di Redazione Umbria24
Da quel 29 ottobre 2007, quando il consiglio comunale di Perugia approvò la proposta di legge regionale contro l’omofobia, sono passati quasi dieci anni. Dal 22 giugno 2016, giorno del sì in terza commissione di Palazzo Cesaroni, quasi un anno. Tanta acqua sotto i ponti, tante parole e proteste, due proposte, consensi, dissensi, melina. Il dato di fatto è che, comunque, il progetto di legge stavolta nell’Aula dell’Assemblea regionale ci è arrivato e il dibattito è iniziato. E proseguirà martedì 4 aprile. Umbria24 ha dedicato a questa legge uno speciale con approfondimenti multimediali per ripercorrere le tappe, sondare le posizioni in vista del voto.
Video/animazione, 10 anni in tre minuti

La situazione Martedì scorso si è consumata una giornata molto tesa, con una fumata grigia provenire dal Consiglio regionale. Il rinvio per mancanza di numero legale, figlio di alcune assenze annunciate ma anche del disaccordo in seno alla maggioranza di centrosinistra, in primis nel Pd, ha fatto saltare i nervi a chi attende la legge da dieci anni: le associazioni Lgbti hanno protestato entrando a Palazzo Cesaroni. A riceverle il segretario regionale dem, Giacomo Leonelli, che ha cercato di rassicurarle, e la presidente dell’Assemblea, Donatella Porzi.

Approfondimento: la situazione nelle regioni Chi protesta per i ritardi della legge usa spesso l’argomento che in altre regioni la norma c’è da tempo. Umbria24 è allora andata a verificare come stanno effettivamente le cose regione per regione riscontrando una situazione a macchia di leopardo.
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Storymap: tutte le regioni in un minuto
Ostacolo emendamento Tornando in Umbria, l’ostacolo principale, superato lo scoglio “tecnico” della copertura finanziaria, è l’emendamento proposto da Andrea Smacchi. Un testo apparentemente innocuo, che richiama alla libertà di espressione, ma che ricalca quello che da un paio d’anni ha fatto arenare in Parlamento la legge nazionale contro l’omofobia. La presidente Catiuscia Marini lo ha definito «irricevibile», Smacchi non vuole ritirarlo.
LA PROPOSTA DI LEGGE SPIEGATA BENE
Come andrà a finire? Un braccio di ferro dagli esiti quantomai incerti. Senza l’ala cattolica del Pd non c’è la maggioranza per approvare la legge, nel frattempo il Movimento 5 stelle fa melina: dice che voterebbe sì ma martedì scorso ha concorso a far mancare il numero legale. Da qui al 4 ci saranno nuovi incontri, continueranno le pressioni esterne dalle associazioni che aspettano la legge da una parte e dalla Chiesa e associazioni pro-famiglia dall’altra. Come andrà a finire? Basterà aspettare poche ore ancora.
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