I problemi che investono i giovani si trattano cercando di capire il fenomeno in generale, apportando un contributo con l’esperienza maturata nella propria professione. Il recente fatto accaduto a Perugia – una ragazza è stata colta da malore dopo l’assunzione massiccia di alcool – è al centro del dibattito che viene sviluppato dalla trasmissione «Testimonianze dall’Umbria», in onda martedì alle 21.30 sul canale 12 di Tef (piattaforma Sky 831). Ospiti della trasmissione, condotta da Mario Mariano, il tenente colonnello dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Mele, il presidente della Fondazione Sommelier David Marotta, la giornalista Chiara Santilli e il medico chirurgo Dina Helou e Luca Labonia, studente universitario e calciatore.
Le passioni dello sport L’uso – e l’abuso – dei piaceri della vita sarà il canovaccio sul quale si svilupperanno i temi. «Il fenomeno del bere vino e superalcolici si è diffuso a macchia d’olio negli ultimi cinque anni – dice Labonia-. Trasgredire una volta può capitare ma non deve diventare l’abitudine». Labonia, considerata una promessa del calcio, tanto che era stato inserito nelle formazioni giovanili del Perugia, non ha certo abbandonato l’idea di poter rientrare nel calcio professionistico, vista la sua giovane età (20 anni): «Per tenere lontani i pericoli che sono dietro ogni angolo per noi giovani è necessario sviluppare delle passioni. Chi fa sport difficilmente deroga». Un messaggio parte anche da chi, come Marotta, promuovendo la cultura del bere moderato, vede sempre più giovani avvicinarsi al mondo del vino: «Molti giovani che frequentano i nostri corsi di sommelier hanno compiuto da poco i 18 anni, e credo che possano essere loro la calamita giusta per compagni più giovani che ancora non hanno colto l’opportunità che la passione del vino offre loro, visto che gli esperti del vino sono sempre più richiesti dal mondo del lavoro». Su questo punto ha insistito Chiara Santilli: «La ristorazione resta un settore importante per i giovani che intendono entrare nel mondo del lavoro, a dispetto della crisi. La cultura della moderazione nei consumi di alcool si alimenta in maniera sinergica, di confortante c’è che quest’anno in occasione delle feste di fine anno il numero dei giovani coinvolti in episodi di allarme sanitario è stato esiguo».
Il carabiniere e la chirurga estetica Prevenzione perseguita anche dalle forze d’ordine. A tal proposito il tenente colonnello Mele vuole ricordare l’impegno dell’Arma dei Carabinieri: «Sono già alcuni anni che teniamo conferenze e dibattiti nelle scuole. Parlare al cuore dei giovani resta pur sempre un’impresa, perché frastornati da tanti, troppi messaggi, ma abbiamo l’obbligo di insistere, le nuove generazioni vanno preservate il più possibile da esperienze che possono segnare una vita». Direttamente collegato alla solitudine la mancata accettazione del proprio corpo da parte dei giovani che chiedono aiuto alle famiglie. «A questo proposito credo che internet svolga un ruolo fondamentale – sottolinea la dottoressa Helou -. I social network scatenano la competitività, producono disistima e questo provoca la richiesta al medico di intervenire correggendo il proprio aspetto, prendendo a modello attori e attrici, un’esigenza che crea tensioni e conflitti con la famiglia, con i coetanei e conseguente rifugio nell’alcol».