Simone Pillon, avvocato Perugia

di Maurizio Troccoli

Da un lato il pregiudizio gay, dall’altro la teorizzazione dello Gender. In mezzo, un processo che verte sul reato penale della diffamazione, ma che sentenzierà, a Perugia, su una delle questioni che maggiormente divide le opinioni, in famiglia come nella comunità o, più in generale, nell’intera società. E non da oggi. Questione che secondo chi è alla sbarra sarebbe dovuta rimanere nel corpo vivo della comunità, nella sua libertà di esprimersi e di confrontarsi. Per chi alla sbarra, invece ce l’ha portato, grave perchè offende la reputazione con il falso.  Da dove nasce però?

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Pillon risponde Da attività di divulgazione compiute dall’associazione a difesa dei diritti degli omosessuali Omphalos, contestate da un avvocato del foro di Perugia, Simone Pillon che le giudica come tese alla teorizzazione del ‘gender’ e non a difesa dei diritti di uguaglianza.  «Sarà un processo che farà verità su cosa viene insegnato nelle scuole», ha esordito Pillon, al telefono con Umbria24. «Non sono l’unico incolpato, indagato o imputato. C’è la volontà di colpire duramente chi si espone contro le teorie gender», dice ancora. «Siamo in molti, ci sono tre psicologi, due medici, alcuni farmacisti, insegnanti, tutti o davanti ai tribunali penali o ai consigli di disciplina delle diverse categorie».

Diritto di opinione Ma chi avrebbe macchinato un complotto così potente da portare in tribunale chiunque la pensi così? «Vogliamo chiamarle lobby gay?», risponde con una domanda l’avocato: «Vede, il modello è colpirne uno per punirne cento – dice ancora Pillon -. Chi non ha le spalle larghe come me, ma è un semplice genitore che vede un figlio indottrinato col gender, così si intimorisce». Ma perché mai una associazione a difesa dei diritti degli omosessuali non debba potere andare nelle scuole e diffondere i propri valori? «Se vanno a parlare di uguaglianza siamo d’accordissimo. Non però se vanno a teorizzare che l’uomo nasce senza orientamento sessuale, e quindi può scegliersi quale sesso diventare come se non fosse nato col cromosoma xx o xy. Ecco perchè, come genitori chiediamo di essere compiutamente informati prima. Vogliamo prima vederli noi gli opuscoli che distribuiscono». Insomma un processo si sta celebrando con la grave accusa per Simone Pillon, esponente del forum delle Famiglie e del comitato Difendiamo i nostri figli: «Accertata, come è stato già fatto, la verità, visto che è stata confermata da Omphalos, ovvero che l’opuscolo che a mio avviso teorizza il gender è stato realmente distribuito, il resto non può essere oggetto di discussione in tribunale, ma nella società civile. Non si mettono a giudizio le opinioni. Soprattutto da parte di chi dice di combattere per avere più libertà mentre poi finisce per comprimere quella degli altri. Andrò fino in fondo, fino a quando non sarà accertato che quello che ho detto e fatto era in mio diritto di farlo».

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A processo  Omphalos, da parte sua, in una nota, ha scritto che «il giudice ha respinto tutte le eccezioni sollevate dalla difesa di Pillon, ammettendo la costituzione di parte civile di tutte le persone offese: l’associazione Omphalos, gli allora presidenti Emidio Albertini e Patrizia Stefani e il socio Michele Mommi, responsabile del gruppo giovani dell’associazione sempre all’epoca dei fatti». Ha spiegato poi che «l’esponente del Forum delle famiglie, in diversi convegni pubblici, ha affermato che gli interventi informativi contro l’omofobia dell’associazione con gli studenti degli istituti superiori fossero in realtà degli inviti ad avere rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Inoltre, l’avvocato ha additato le attività dell’associazione come istigazione all’omosessualità e, cosa ancora più grave, ha affermato che l’associazione distribuiva materiale pornografico nelle scuole e offriva la propria sede per ‘pratiche di iniziazione’ di giovani che vogliono sperimentare l’omosessualità. Il Tribunale di Perugia, già nel gennaio 2015 durante le indagini preliminari, aveva disposto il sequestro dei video contenenti le dichiarazioni dell’avvocato».

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Omphalos soddisfatta «Siamo estremamente soddisfatti per questo primo passo – ha detto il presidente di Omphalos, Stefano Bucaioni – e continuiamo a confidare nella giustizia per il proseguo del processo. Insieme alle costituzioni di parte civili, interamente accettate dalla giudice, abbiamo chiesto un giusto risarcimento per le gravi diffamazioni ricevute e annunciamo sin da ora che l’eventuale risarcimento che il tribunale deciderà di accordare verrà interamente destinato in progetti contro omofobia e bullismo nelle scuole del territorio. L’impegno di Omphalos per una scuola più inclusiva e rispettosa di tutte le differenze rimane una delle nostre priorità. Proseguiremo su questa strada con ancora maggiore determinazione».

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