Quante volte abbiamo ascoltato testimoni diretti della persecuzione ebraica, raccontare che non si doveva e non si voleva sapere. Quante altre dei numeri tatuati al braccio, di cui, in pochi, conoscevano il significato. Non solo la gente comune. Anche le università, gli storici, sostenevano che questa vicenda non interessava. E’ stato necessario soprattutto il trascorrere del tempo, e poi alcuni gesti simbolici di personaggi politici, i processi, le ricerca, ma anche i documentari, i film. Gabriella Mecucci, direttore della rivista Passaggi Magazine, ha ripercorso la formazione dell’opinione pubblica, i suoi cambiamenti, sulla Shoah. Continua a leggere