La discarica di Borgogiglione

In un eventuale processo, il Comune di Perugia, che detiene il 45 per cento del pacchetto azionario di Gesenu, dovrebbe costituirsi parte civile. La richiesta arriva dal coordinatore provinciale di Ncd Massimo Monni, uomo vicino al nuovo presidente della società Luca Marconi, non coinvolto nelle indagini così come il resto del nuovo cda. «Un’inchiesta – dice – che brucia e che potrebbe portare a conseguenze serie». «Nonostante l’inchiesta sia solo nella sua fase embrionale – aggiunge -, credo sia necessario che il Comune prenda una posizione ben precisa in merito e che renda palese la sua volontà di costituirsi parte civile qualora si apra un processo. Un atto di rispetto nei confronti dei cittadini che versano la Tari nelle casse dell’Amministrazione e che, giustamente, esigono trasparenza».

TUTTO SULL’INCHIESTA

Tsa Nell’inchiesta sono coinvolti anche i vertici della Tsa, che conferma la propria fiducia nel loro operato così come nel lavoro degli inquirenti, «ai quali ha fornito la più ampia collaborazione nell’ambito della loro attività d’indagine». In una nota l’azienda lacustre si dice sicura che sarà accertata la correttezza dei propri comportamenti e prova a rassicurare i cittadini e gli utenti «anche per quanto riguarda, in particolare, la gestione di un impianto sicuramente complesso quale è la discarica di Borgo Giglione».

Gestione corretta «Quest’ultima – osserva ancora la società -, che costituisce l’ultimo segmento del lungo ed articolato processo del sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e che riceve i residui di lavorazione degli altri impianti regionali di trattamento dei rifiuti urbani ed assimilabili, ha sempre operato ed opera nel rispetto delle modalità e delle procedure gestionali prestabilite dagli organi competenti, da questi ultimi puntualmente verificate attraverso controlli periodici, dai quali non è emersa alcuna irregolarità». Un «ripensamento complessivo di tutto il ciclo economico e politico inerente i rifiuti» arriva invece da parte di Luigi Fressoia, presidente di quell’Italia Nostra Perugia che è stata presieduta fino alla sua elezione dall’attuale vice sindaco di Perugia Urbano Barelli.

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