di M.F.
È arrivato l’ok: il maxi impianto per l’essiccamento dei fanghi umbri a Terni si farà. La commissione tecnica regionale per le valutazioni ambientali – composta dal dott. Pietro Freda, l’arch. Marco Trinei, l’ing. Emanuela Siena, l’ing. Loredana Natazzi, la dott.ssa Caterina Torcasio e Nicola Casagrande -, dopo due messi dall’avvio della procedura per la verifica di assoggettabilità a Via, ha infatti stabilito che «il progetto non comporti impatti ambientali significativi e negativi e pertanto possa essere escluso dal procedimento di Via».
Impianto per fanghi reflui in Via Vanzetti Da tempo ormai la realizzazione o meno dell’impianto è al centro di dubbi e diatribe. I quasi 3.000 metri quadri da destinare, in via Vanzetti, a solo un chilometro della città, al trattamento dei fanghi reflui ha, infatti, ricevuto un convinto ‘no’ da più parti. Effettivamente, il nuovo impianto, a firma del Servizio idrico integrato, andrebbe a occupare una zona compresa nell’area del depuratore di acque reflue urbane di Terni, già critica per la presenza di altre attività che trattano rifiuti, e si ritroverebbe a soli pochi metri dalla più grande azienda alimentare della città. Nonostante Sii abbia tentato di rassicurare la cittadinanza, sottolineando che l’impianto «è green e dallo stesso non vi saranno né odori né emissioni nocive», i più puntavano sulla valutazione di impatto ambientale e, quindi, su un successivo stop.
Il parere della commissione Il giudizio della commissione tecnica, di cui sono stati informati il Comune di Terni, l’Arpa Umbria e Tiziana Buonfiglio, amministratrice delegata Sii, se da un lato dà il via alla realizzazione dell’impianto, dall’altro sottolinea quali siano le ‘condizioni ambientali’ da rispettare, con un focus sull’abbattimento del rischio di sversamenti accidentali e sul contenimento delle emissioni odorigene. Nel documento a firma della commissione si legge, infatti, che «il proponente dovrà predisporre una specifica procedura/istruzione operativa atta a definire gli interventi da mettere in atto, in situazioni di emergenza, in caso di sversamenti di sostanze inquinanti e dovrà realizzare la copertura ed il confinamento delle postazioni di scarico dei fanghi umidi mediante la realizzazione di idonee strutture fisse, con il conseguente trattamento delle arie esauste, garantendo la depressione delle aree confinate anche in fase di scarico del fango». A questo si aggiunge che, entro 60 giorni dalla messa a regime dell’attività «il proponente dovrà effettuare una valutazione di impatto acustico, redatta e sottoscritta da tecnico competente in acustica, atta a verificare, tramite indagine fonometrica nel periodo di riferimento diurno, la correttezza dei livelli acustici stimati nella valutazione previsionale di impatto acustico, nonché il rispetto dei limiti vigenti». Infine, durante il primo anno di esercizio, si dovrà effettuare «con cadenza trimestrale una misurazione delle emissioni odorigene relative ai nuovi impianti, al fine di confermare i risultati dello studio previsionale di impatto odorigeno ed eventualmente valutare misure di mitigazione da mettere in atto presso il recettore R1 risultato più critico».
La posizione contraria del Pd Anche dopo il parere tecnico della commissione, il Pd ternano ribadisce il suo ‘no’ all’impianto. Il capogruppo Dem Franscesco Filipponi e Tiziana de Angelis, in una nota, sostengono che «il sostanziale via libera al maxi impianto per l’essicamento dei fanghi umbri a Terni, vista la non necessità della valutazione di impatto ambientale, è un altro schiaffo in faccia ai cittadini ternani. Lo si vuole, infatti, realizzare laddove oggi ci sono le vasche di essiccazione fanghi per evaporazione naturale, non utilizzate da tempo e lo si vuole far funzionare senza utilizzare l’approvvigionamento da fonti rinnovabili». I due proseguono, poi, sottolineando che «la realizzazione e la messa in esercizio dell’impianto d’essiccamento dei fanghi disidratati prevede la raccolta di quelli prodotti dagli impianti di depurazione siti nella regione Umbria, in addirittura due linee di essiccazione equivalenti: si concentra così a Terni il trattamento di fango dei vari processi di digestione aerobica, prodotto dai vari impianti di depurazione dislocati in tutti gli ambiti dell’Umbria». Dopo la mancata sottoposizione alla valutazione di impatto ambientale, il Pd non intende, comunque darsi per vinto ed è deciso a proseguire la battaglia contro quello che ritiene essere «una scelta a nostro avviso completamente sbagliata».