di Daniele Bovi
Sul negozio Ikea, o meglio sulla scelta del luogo dove dovrebbe essere costruito il megastore del mobile low cost, è battaglia con tanto di sospetti e timori di manovre più o meno oscure. Mercoledì mattina le associazioni di San Martino in Campo, insieme ai consiglieri Pd Alvaro Mirabassi ed Erika Borghesi, hanno ribadito in una conferenza stampa che il negozio va costruito a San Martino in Campo, da circa 10 anni l’opzione più probabile e, secondo gli abitanti del posto che vogliono fortemente l’arrivo della multinazionale, il più adatto. Nei giorni scorsi è trapelata la notizia di un incontro in Comune tra l’amministrazione e i vertici dell’azienda in cui sarebbe stata espressa una preferenza per Corciano, opzione della quale Umbria24 ha parlato mesi fa.
Chi c’è dietro? Dietro altre scelte che non siano San Martino (in passato si è parlato anche di Bastia e Lidarno, ma ora l’alternativa realistica sembra essere Corciano) associazioni e consiglieri vedono la mano di «forze politiche, speculative e immobiliari: Ikea ha sempre voluto San Martino, progetto peraltro pronto al 75 per cento. Quali interessi ci sono dietro? Chi è che fa queste proposte?». Tutte domande che i cittadini vogliono porre al sindaco Andrea Romizi e alla giunta, invitati all’assemblea pubblica che si terrà giovedì alle 21 al cva di San Martino in Campo. «Il Comune – ha detto Mirabassi – deve rivendicare con forza che l’insediamento va costruito a San Martino in Campo, intraprendendo tutte le legittime iniziative sia sotto il profilo tecnico che politico».
Solo San Martino Altre opzioni, «non possono essere sostenute», così come scrive Mirabassi in un documento consegnato alla stampa. Nell’area dell’ex Sicel di Corciano c’è un problema di viabilità «in un contesto già critico», a Bastia «pesa l’occupazione di aree agricole di pregio» e il vincolo aeroportuale relativo alle altezze degli edifici; quanto a Collestrada l’idea originale, che però non regge sotto diversi punti di vista, era realizzare un parco commerciale intorno all’Ipercoop. San Martino invece, spiegano, non presenta problemi dal punto di vista ambientale e della viabilità e, propone Mirabassi, «le aree circostanti sono tali da poter ospitare anche diritti edificatori derivanti da altri siti», ovvero quelli del terreno di Lidarno che il Comune cerca di vendere da anni senza successo.
Serve un regista A palazzo dei Priori, che peraltro grazie agli oneri incasserebbe cifre molto importanti (si parla di 7-8 milioni di euro), oltre all’operazione Lidarno viene chiesto di «promuovere incontri preliminari con tutti i possibili partner per verificare la possibilità di comporre gli obiettivi in gioco e la loro partecipazione attraverso la realizzazione di un masterplan, ossia un documento di indirizzo strategico che sviluppa un’ipotesi complessiva sulla programmazione di un’area». Durante la conferenza stampa è stata fatta anche la lunga cronistoria del rapporto tra Ikea e l’Umbria (della quale ci occuperemo in un altro articolo), che va avanti dal 2006 senza che si sia arrivati ad una decisione definitiva.
Centri di potere Un punto quasi fermo però secondo Pd e associazioni c’è, ovvero che «il progetto di San Martino in campo – dice Caterina Paragnani di Nuova Alba – è pronto per il 75 per cento. Ma allora chi è che l’ostacola? Quali interessi ci sono dietro? Noi associazioni vogliamo risposte dall’amministrazione». «Di certo – aggiunge Mirabassi – la sensazione è che ancora una volta centri di potere, per lo più caratterizzati da interessi immobiliari speculativi, vogliano mettere le mani su scelte urbanistiche affidate alla comunità politica e maturate entro un corretto dibattito democratico. Su questa vicenda c’è bisogno della massima chiarezza e trasparenza, ma anche di un largo sforzo di unità e coerenza tra tutte le forze politiche sane della città».
Twitter @DanieleBovi