di D.B.
«Senza lavoro, senza spettanze, senza Giornale e io non mi sento tanto bene». Parafrasa Woody Allen anche se non c’è niente da ridere uno degli striscioni esposti martedì mattina dagli ex lavoratori del Giornale dell’Umbria che hanno protestato sotto la sede eugubina di Colacem, che attraverso la Financo era uno dei soci del Giornale. La testata, come noto, dopo appena quattro mesi di nuova gestione è stata liquidata e del caso si discuterà in un panel apposito anche al Festival del giornalismo, a Perugia dal 6 al 10 aprile. «Ci siamo ritrovati a Gubbio – spiega il Comitato di redazione – per protestare contro le modalità di vendita e di chiusura della testata e per protestare contro la morte di una voce della società civile».
Il sit-in Alla vecchia proprietà gli ormai ex dipendenti (27 tra poligrafici e giornalisti più i collaboratori) chiedono un’assunzione di responsabilità, «non solo morale», e di dare conto «del mancato pagamento delle spettanze». Tra queste c’è il tfr che «non è stato accantonato o pagato». I giornalisti e i poligrafici al momento sono senza stipendio, senza disoccupazione, senza cassa integrazione e, come detto, senza il tfr, «sul quale – spiegano – stiamo assistendo a un palleggio di responsabilità tra la vecchia e la nuova proprietà». «La vecchia proprietà – spiega Umberto Maiorca – dice che è stato messo a bilancio tra le passività, e che quindi è a carico dei nuovi soci, ma questi al momento non ci hanno fatto sapere nulla». E a questo punto «abbiamo seri dubbi e perplessità sul fatto che venga pagato».
Parla la Financo La Financo nel corso della giornata in un comunicato ha espresso «comprensione e vicinanza ai lavoratori», ribadendo poi «con forza le proprie posizioni già comunicate in più occasioni». Ovvero che «tramite primari advisor nazionali» è stata individuata una società «che appariva idonea» a rilanciare il giornale perché «presentava un capitale sociale versato di un milione di euro, sufficiente a supportare il progetto, e la collaborazione di manager provenienti da testate giornalistiche nazionali»; una società «alla quale sono stati trasferiti conti in ordine». La Financo dei Colaiacovo sottolinea dunque che «non c’è stato nessun complotto né alcuna volontà di ledere i diritti dei lavoratori, ma esclusivamente l’intenzione di assicurare la continuità del Giornale».
Sorpresi «Siamo noi – dicono ancora – i primi ad essere sorpresi da una gestione che ha messo in serissima difficoltà un patrimonio del giornalismo umbro». Infine la Financo spiega che «nonostante alcuni attacchi strumentali e infondati ricevuti, abbiamo mantenuto in questi mesi sempre un atteggiamento di grande equilibrio. Ci siamo però visti costretti insieme agli ex soci a dare incarico all’avvocato Ghirga di tutelarci a fronte di affermazioni tendenti a ingenerare dubbi circa l’estrema correttezza degli ex amministratori e dei soci cedenti, soprattutto in relazione alla voce del tfr».
Twitter @DanieleBovi