Giacomo «Jack» Sintini in una foto di Arturo Presotto

di Chiara Fabrizi

Giacomo Sintini ce l’ha fatta ed è pronto a tornare sotto rete. Il 33enne palleggiatore della nazionale azzurra ha sconfitto a Perugia quel tumore linfatico che nel giugno 2011 lo aveva costretto ad abbandonare i palazzetti di mezzo mondo. Al fianco del «ragazzo dalle mani d’oro» nella partita della vita c’è stata l’equipe del professore Brunangelo Falini, la stessa che ha curato la tennista russa Alisa Kleybanova.

«A Perugia mi hanno salvato la vita» È felice «Jack», accanto alla moglie Alessia e ai genitori, mentre l’assessore allo sport del Comune di Perugia, Ilio Liberati, gli consegna la targa in cui è scritto a chiare lettere: «Per le qualità dell’atleta e per il valore dell’uomo». È il giorno del ragazzo emiliano, ma perugino di adozione, è il giorno della rivincita e della gioia per aver avuto la meglio su quella terribile malattia spuntata dal nulla. «A Perugia mi hanno salvato la vita non solo con una grande professionalità, ma anche con grande amore. Mi sono sottoposto a sette cicli di chemioterapia – racconta l’ex palleggiatore dell’Rpa – ed ho conosciuto persone di tutte le età che affrontano il male con grande dignità, aiutando anche gli altri a trovare la forza di combattere. Mi ha aiutato il fisico e soprattutto la fede in una città come Perugia dove ho continue dimostrazioni di affetto dalla comunità».

Una onlus per aiutare il reparto Sì, perché Jack in Umbria è arrivato dieci anni fa, poco più che ventenne, per mettersi alla regia dell’Rpa Perugia, uno dei sestetti più promettenti del campionato. E qui il gigante da 196 centimetri non solo è rimasto fino al 2010, salvo una parentesi di due stagioni con la Lube di Macerata che gli è valsa uno scudetto, ma ha anche conosciuto la moglie Alessia con cui ha messo al mondo una bellissima bimba che oggi ha quattro anni. Ed è sempre a Perugia che «Jack » ha deciso di combattere l’ennesima gara, la grande sfida. Sintini è stato infatti curato nel reparto di Ematologia del Santa Maria della Misericordia dall’equipe del professor Brunangelo Falini, dal dottor Flavio Falcinelli e dalla dottoressa Maria Capponi. «Non potrò mai ringraziarli abbastanza per quanto hanno fatto – ha spiegato – e per questo abbiamo deciso di creare una onlus per aiutare il reparto, per testimoniare il senso di fratellanza che si crea tra chi soffre e chi presta le cure con tanto amore».

La voglia di una maglia numero 10 La speranza è quella di poter tornare presto ad ammirare le prodezze di «Jack» che per anni, vestendo la maglia numero dieci, ha mostrato a Perugia, e non solo, il bel volley italiano. Anche perché in palestra il palleggiatore è già tornato indossando, per il momento solo amichevolmente, i colori della Sir Safety Perugia, squadra di A2. Un video che lo ritrae in sala pesi è stato registrato un paio di giorni fa, in occasione della seconda seduta pesi a cui l’alzatore azzurro si è sottoposto. Del resto di grinta «super-Jack» ne ha sempre avuta da vendere.