La sede di Gesenu

di Daniele Bovi

Il presidente di Gesenu Luciano Ventanni non la chiama ricapitalizzazione, bensì un finanziamento-ponte tra i cinque e i sei milioni di euro: è stato questo il tema al centro del lungo cda di lunedì pomeriggio che all’unanimità ha deciso di chiedere questo prestito ai soci. Al gruppo Sorain Cecchini, di cui fa parte l’arrestato Manlio Cerroni e che detiene il 45%, al Comune di Perugia che ha l’altro 45% e all’ex ad Carlo Noto La Diega che ha in portafoglio il restante 10%, il cda chiederà questa iniezione di liquidità per garantire stipendi, il pagamento di quanto dovuto ai fornitori e quindi nel complesso la continuità aziendale.

L’ARRESTO DI CERRONI E L’INCHIESTA

Il cda Nonostante lo scossone dei giorni scorsi, dal quale Gesenu si tira fuori spiegando che l’indagine della procura di Roma non la lambisce neanche, dall’azienda spiegano che quello di lunedì è stato un consiglio d’amministrazione svoltosi in un clima sereno e con spirito di collaborazione. I conti però non lasciano tranquilli: fino all’estate servono circa 10 milioni di euro per far funzionare l’azienda e, oltre al finanziamento dei soci, un’altra parte potrebbe arrivare dai crediti siciliani, in special modo da Catania. Da qui dovrebbero pagare a breve circa 2,5 milioni, mentre il grosso (oltre 30 milioni) rimane incagliato a Messina. Insomma, con il prestito e una parte dei crediti si punta ad arrivare all’estate.

IL PRESIDENTE GESENU: NOI ESTRANEI, NESSUNA RIPERCUSSIONE

Piano industriale Altro capitolo fondamentale è quello del piano industriale per rilanciare l’azienda. Su questo è stato convenuto con la famiglia Cerroni di organizzare un nuovo incontro appositamente dedicato a febbraio, nel quale parlare del piano e dei nuovi investimenti come il rinnovo degli impianti. Prima del cda inoltre, nel pomeriggio c’è stata anche l’assemblea dei soci che ha individuato i revisori dei conti dell’azienda.

Twitter @DanieleBovi