Il presidio dei lavoratori Gesenu fatto nell'aprile 2013 (foto F.Troccoli)

di D.B.

«Una vera trattativa per il raggiungimento di un accordo dignitoso e soddisfacente per i lavoratori». E’ quanto chiede la Cisl dell’Umbria sulla vertenza Gesenu, segnata dal recente flop del referendum tra i lavoratori sull’ipotesi di accordo, non firmato dal sindacato di Bonanni, e dalla durissima polemica con Cgil e Uil. Una trattativa sulla quale la Cisl, che ha la maggioranza in azienda, chiede l’intervento del Comune di Perugia, che possiede il 45% della società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Lunedì alle 15.30 perciò, in concomitanza con la seduta del consiglio comunale, una delegazione della Cisl cercherà di farsi ricevere dal sindaco Wladimiro Boccali, che avrebbe dato già una disponibilità di massima.

Cisl: rispettate gli accordi Il sindacato, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta sabato mattina, ha chiesto con forza che Gesenu rispetti la contrattazione di secondo livello e che non vengano peggiorate, come annunciato, le condizioni economiche dei lavoratori: «Gesenu – ha detto il segretario regionale Ulderico Sbarra – ha annunciato di voler peggiorare le condizioni economiche e organizzative dei lavoratori. La Cisl ritiene che la volontà dei lavoratori deve essere rispettata da tutti, e siccome tutti i lavoratori vengono penalizzati dall’azienda, le sigle sindacali unitariamente devono rispondere a questo atto di unilaterale arroganza». Una vicenda, quella di Gesenu, che secondo Sbarra «sta purtroppo degenerando, toccando per la prima volta in Umbria livelli di divisione sindacale che per toni, menzogne e provocazioni in rarissimi casi si erano riscontrate in passato».

Accordo illegittimo Divisioni che la Cisl intende mettere da parte cercando di ritrovare l’unità sindacale «per raggiungere un accordo dignitoso» ma senza dimenticare quello che è successo negli scorsi giorni. In primis, sottolinea Sbarra, il «dato politico» rappresentato dall’evidente bocciatura decisa dai lavoratori (solo 169 su 407 hanno votato). «L’accordo sottoscritto era illegittimo – rimarca Sbarra – e quindi anche il referendum. Chiederemo conto alle altre confederazioni di quanto accaduto». Il segretario della Fit Cisl Gianluca Giorgi richiama l’ultimo accordo firmato sulla rappresentanza e il contratto nazionale di categoria dove si spiega che «gli accordi aziendali sono validi se firmati da una o più Rsa che rappresentino il 50+1% dei lavoratori iscritti al sindacato». E in Gesenu, come visto, la Cisl ha la maggioranza. In più, osserva sempre Giorgi, il referendum occorreva farlo fuori dall’orario di lavoro, «la qual cosa – ha detto – non è avvenuta in Gesenu. E’ veramente paradossale che alcune sigle sindacali si facciano paladine di accordi nazionali unitari e poi in Gesenu continuino a rompere il tavolo di trattativa unitario, senza una vera motivazione di merito».

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