di Maurizio Troccoli

Il caso sbarca nelle stanze del Governo. La ‘lista nera’ dei libri da rimuovere e «tutt’alpiù» spostare nella sezione riservata agli adulti della biblioteca di Todi, ha scatenato una indignazione che è arrivata fino a ‘Repubblica‘ e all’Esecutivo.

IL CASO
BIMBI OCCHIO A QUEI LIBRI

La Repubblica Il quotidiano nazionale ne ricostruisce tutti i passaggi, dalle 205 firme raccolte a Todi dall’associazione Articolo 26 che si è fatta portatrice dell’iniziativa, al convincimento dei due assessori alla Cultura che in una direttiva hanno fatto richiesta di spostamento di quei libri, recepita dalla Giunta. Nonostante l’onda d’urto mediatica gli assessori, stando a quanto riporta Repubblica, sembrano convinti a perseguire la propria strada, dandosi appuntamento per un sopralluogo in biblioteca, per una data non nota. In barba all’obiezione che la direzione della biblioteca e le decisioni in materia dei libri (con precisa indicazione delle case editrici, ndr) non dipendono dalla volontà di un sindaco.

Interrogato il Governo L’interrogazione al Governo è dei senatori del Partito Democratico Sergio Lo Giudice, Valeria Cardinali, Monica Cirinnà, Nadia Ginetti e Gianluca Rossi che parlano di «direttiva oscurantista». Vogliamo «fare luce su questa vicenda che rimanda a periodi bui della nostra storia nazionale: la giunta di destra che governa Todi con il sostegno di Casa Pound non creda di potere usare la censura ideologica contro i libri per bambini come se fossimo ai tempi dei balilla. La rimozione di libri che mirano all’educazione alle differenze e al contrasto alle discriminazioni di genere – aggiungono – rappresenta un attacco alla libertà di espressione e un’offesa alla pluralità delle identità e delle forme familiari. Siamo in presenza di un’intollerabile pretesa di conformazione dell’offerta culturale all’ideologia di chi governa la città: un atteggiamento totalitario intollerabile in un contesto democratico».

Il Pd di Perugia Ammesso che sia tecnicamente praticabile – e su questo nutro seri dubbi –  è un atto inutilmente provocatorio e strumentale», dice il segretario provinciale del Pd di Perugia Leonardo Miccioni. «Non si può accettare che chi porta dirette responsabilità di governo della cosa pubblica rispetto a temi come i diritti, le famiglie, l’infanzia, la scuola e l’educazione – aggiunge Miccioni – rediga documenti amministrativi, per ora fortunatamente privi di validità operativa, equivoci e confusi su questioni tanto importanti. Trovo strumentale la confusione che si tende a generare sul contenuto dei libri che si vorrebbe ‘censurare’, ritengo discriminatorio il riferimento alla ‘cosiddetta famiglia naturale’ e assolutamente pericoloso il nesso suggerito tra temi sensibili e libertà di educazione».

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3 replies on “Gender a Todi, il caso della ‘lista nera’ dei libri diventa nazionale: interrogato il Governo”

  1. Pensa che problematiche affronta il governo!!! Pensa come tutelano gli umbri quei due soggetti eletti nella Regione ( l’ acciaieria non si sa che fine farà). Si preoccupano che sono stati spostati dei libri, alcuni dei quali rimane difficile definirli tali, io li chiamerei rubbish, dal comparto bambini al settore adulti. Vergognatevi.

  2. MA UNO POTRÀ LEGGERE CIÒ CHE VUOLE SENZA CHE I LIBRI VENGANO SPOSTATI?
    GLI OMOSESSUALI ASSOMIGLIANO SEMPRE DI PIÙ AD UNA RAZZA PROTETTA…

  3. Gender o non gender io credo che L’ITALIA sia un Paese conservatore.
    Questi libri non vanno censurati perché
    educano i bambini a rispettare le differenze.
    GRAZIE A VOI CONSERVATORI POI LA CRONACA RIPORTA DI RAGAZZINI CHE SI UCCIDONO SOLO XCHE PORTANO DEI PANTALONI.
    VERGOGNATEVI!

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