di Maria Giulia Pensosi

«La fontana dello Zodiaco tornerà ad essere cuore pulsante di Terni». Lo dice con voce rotta dall’emozione il sindaco Leonardo Latini nel giorno in cui, senza un rituale taglio del nastro, il monumento di piazza Tacito conosce la terza inaugurazione della storia: la prima risale al 21 aprile 1936, coincidente col completamento della sua realizzazione; la seconda il 24 giugno 1961 dopo la ricostruzione post bellica; il 29 dicembre 2021 dopo il restauro da quasi due milioni di euro, al termine di un percorso durato otto anni; da nove mancava l’acqua, ne sono trascorsi dieci dall’installazione del nuovo pennone ma i lavori veri e propri sull’opera sono entrati nel vivo solo nel 2019.

RIVIVE LA FONTANA: VIDEO

LA RIACCENSIONE: FOTOGALLERY

LA STORIA: SCHEDA RIASSUNTIVA

Simbolo per la città «La fontana – ha detto il primo cittadino collegato da remoto in conferenza stampa – è forse tra i principali simboli della nostra città ed è per questo che giunti a conclusione di un iter lungo, difficile, complicato, ambizioso e stimolante tutti noi ci auspichiamo che la fontana torni a svolgere la funzione fondamentale di tenere insieme la nostra comunità. La fontana in sé simboleggia la natura, la forza dell’acqua, lo scorrere delle stagioni ma anche la forza dell’industria in una terra come la nostra dove natura e industria si sono sposate sin dalla fondazione della nostra città. La Terni antica fusa con la Terni moderna. C’è tutto in quella fontana, come nella nostra bellissima Terni fatta di contradizioni che hanno bisogno di trovare una sintesi da ricercare nei simboli».

INTERVENTI DAL 2019

I lavori Tra le persone più emozionate per il traguardo raggiunto (la fontana sarà nuovamente in funzione dal pomeriggio di mercoledì), la vicesindaca Benedetta Salvati: «Un intervento multidisciplinare, delicato e complesso per la tecnica. Circa due anni il restauro vero e proprio. La situazione al momento della riapertura del cantiere nel 2019 era difficile da gestire». L’assessore ai Lavori pubblici ripercorre brevemente in conferenza stampa gli interventi di restyling del sito: «Lo spessore delle tessere del mosaico – continua Salvati – era meno di 1 mm, all’inizio era oltre 1 cm. Esisteva una fitta rete di lesioni sul mosaico e sulla soletta tanto da rendere la fontana permeabile alle acque meteoriche. La superficie era corrosa da calcare e agenti atmosferici, in sostanza era un mosaico irrecuperabile così dopo una mappatura del degrado si è deciso per il distacco. È stato preservato il mosaico del 1961 e fatto un nuovo mosaico alla romana sui disegni di Corrado Cagli. Sono stati utilizzati gli stessi materiali ed è stata restituita l’immagina originale della superficie musiva. È stata impermeabilizzata la soletta e recuperata struttura originale, è stata rifatta anche la canaletta esterna. Sono stati rifatti gli impiantii idraulici ed elettrici rendendoli conformi alle normative vigenti in materia, è stata recuperata la pompa originale e completamente sostituito il castello». Due anni di lavori, pausa solo per il lockdown: «Quest’opera farà strada nel recupero dei beni vincolati – riprende l’assessore -perché non ha esempi simili, abbiamo rispettato tabella di marcia con l’unica eccezione del prolungamento per lo stop del lockdown. L’obiettivo di fondo importante è stato rispettato: realizzare l’intervento perfetto che garantirà alla fontana una lunga vita con tecniche e apparecchiature moderne ma lasciando il fascino della struttura conservando la sua storia». I ringraziamenti per il restauro completato sono andati in primis a Fondazione Carit, ma anche alla direzione Lavori pubblici del Comune di Terni e tutti i dipendenti coinvolti, Asm, Sii, Giunio Marcangeli; Tapojarvi, Ast, Pac2000A e molti altri che hanno contribuito a vario titolo.

DITTE E SOCIETÀ COINVOLTE

Fondazione Carit L’intervento in videoconferenza del presidente della Fondazione Carit: «È la seconda volta che la Fondazione finanzia interventi sulla fontana – ha detto Luigi Carlini -. Quello che è importante è quello che è successo nel 2013 quando è stato presentato un progetto di restauro pubblico- privato. Tutto fu possibile grazie alla Venaria Reale di Torino. Ci sono stati dei problemi ma alla fine la Soprintendenza ha approvato un progetto nel 2019 e si è arrivati a portare avanti questo intervento che però nel 2014 impegnava la Fondazione per 258 mila euro, mentre nel 2018-2019 la cifra ha subito un salto importante arrivando alla somma complessiva di 830 mila euro messi a disposizione». Carlini dunque ribadisce il ruolo della Fondazione che è stata la massima finanziatrice dell’opera ma anche soggetto ideatore e promotore dell’iniziativa di restaurare un simbolo della città di Terni. «Grazie – ha detto rivolgendosi a Latini e Salvati – per il pathos che ci avete trasmesso parlando dell’intervento portato a termine».

Terni rinasce Al centro del progetto per tutte e società coinvolte c’è la città e il valore simbolico della fontana dello Zodiaco, un’opera sintesi di una Terni basata sull’acciaio, sull’industria, sull’acqua e sull’elettricità: «Asm abbraccia il progetto della fontana con il precedente Cda, ma anche il Cda da me rappresentato – così il presidente Mirko Menecali – ha abbracciato questo progetto con risorse finanziare e progettuali per l’importanza del valore simbolico dell’iniziativa. È tramite i progetti evolve la cittadinanza». Il leader di Asm informa che la fontana dello Zodiaco è stata scelta come immagine per la prossima comunicazione istituzionale dell’azienda: «La nostra è una life company che pone al centro l’evoluzione e la qualità della vita dei cittadini e questo è perfettamente coerente con la riqualifica della fontana». In conferenza stampa anche Carlo Orsini, presidente della Sii e Carla Tomasi del raggruppamento Zodiaco. Un progetto di collaborazione tra pubblico e privato: «Noi ternani – interviene Giunio Marcangeli – abbiamo sempre ricostruito la fontana per lasciare un messaggio: l’oggetto architettonico è un elemento aggregativo, dimostrazione ed esempio del lavoro della nostra città. Voglio dire a tutti i giovani: ‘Non chiedete cosa possa fare la città per voi, ma cosa potete fare voi per la vostra città’».

Passato e futuro Un’opera insomma di grande rilevanza identitaria per la città e per la cittadinanza. Appena il monumento ha iniziato a svelare il nuovo volto decine e decine di ternani si sono riversati in strada per ammirare la fontana, chiusa in un cantiere da anni. Lo stupore anche nei post social e nei commenti: «La città rinasce». Per quanto riguarda la manutenzione della nuova struttura l’assessore ai Lavori pubblici e il Responsabile unico del procedimento, Federico Nannurelli, rassicurano: «È già stato fatto un piano di manutenzione della fontana insieme ad Asm – dicono in conferenza – ma di fatto già la progettazione del monumento è tale per cui diverse problematiche riscontrate nel tempo non si risconteranno da ora in poi». Domina l’emozione e il dispiacere per non aver potuto inaugurare il sito ‘come si deve’ causa pandemia, comunque la fontana, ieri ed oggi resta «una testimonianza d’amore – chiude la conferenza il sindaco Latini – per la nostra città».

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