di Daniele Bovi
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Sul tavolo ci sono le cifre ma soprattutto un appello a Chris Potter e Arianna Ciccone, organizzatori del Festival del giornalismo che da Perugia, dove è nato, rischia seriamente di andarsene: «Vogliamo – hanno detto all’unisono Bracco e Cernicchi – che il festival rimanga, fidatevi di noi. Vi preghiamo di rimanere». In una sala di palazzo Donini stracolma di giornalisti e organizzatori di altri eventi (dal fondatore di Umbria Jazz Carlo Pagnotta a quello di Eurochocolate Eugenio Guarducci), l’assessore regionale e quello comunale alla Cultura hanno innanzitutto voluto chiarire due concetti: «Siamo qui per chiarezza e trasparenza. Prima di tutto – ha detto Bracco – voglio dire che l’amministrazione è una e le decisioni vengono prese in modo collegiale, non ci sono ‘buoni’ e ‘cattivi’. Non è immaginabile che ci sia il funzionario buono e l’assessore cattivo. E fuori non abbiamo amici né nemici. Io su tutta la vicenda ho la coscienza a posto e non ho mai ricattato nessuno». «Noi – gli fa eco Cernicchi – non ragioniamo per clientele».
Trasparenza Bracco ha poi continuato sostenendo che «insieme alla Valle d’Aosta siamo primi per quanto riguarda la trasparenza. I contributi alle manifestazioni storiche che ho visto pubblicati da Umbria24 – aggiunge – vengono decisi da una commissione composta da due dirigenti e due esperti esterni che valutano assegnando un punteggio e un contributo. Tutte le erogazioni sono gestite attraverso regolamenti e quelli fatti in questa legislatura sono molto stringenti. Voglio dare una garanzia a tutti i cittadini: non c’è nulla nei cassetti né nelle segrete stanze». A tenere banco anche il tema delle sagre: «Vengono finanziate dal settore agricoltura – continua l’assessore – e sono un valore aggiunto non una cosa minore».
VIDEO – TUTTA LA CONFERENZA STAMPA DI BRACCO E CERNICCHI
Congelamento Quello che Bracco tiene poi a precisare è che palazzo Donini «non ha trascurato il festival», neppure economicamente: «A quei numeri esposti lunedì – ha detto – vanno aggiunti anche i contributi dell’Apt. Nel 2010 abbiamo dato 128 mila euro, nel 2011 119 mila e nel 2012 75 mila». Meno risorse a causa dei tagli al settore cultura e anche a causa della crisi di Umbria mobilità, «ma gli abbiamo spiegato che sarebbero stati risarciti». Bracco, infastidito per la mancanza dal sito del Festival del logo della Regione («ci sono quelli di tutti gli altri, chiedo rispetto») prosegue con la ricostruzione spiegando che la settimana scorsa la presidente Catiuscia Marini si era impegnata per una cifra intorno ai 120 mila euro. La delibera doveva essere approvata lunedì, poi ovviamente tutto è stato congelato: «La delibera – dice – la terremo ferma fino ad un chiarimento. Diteci per quanto dobbiamo tenere congelate queste risorse».
VIDEO – L’APPUNTAMENTO PUBBLICO DI LUNEDÌ
Incontri Poi tocca a Cernicchi che ricorda: «L’8 ottobre – dice – mi sono incontrato con Potter, il quale mi disse che stava pensando ad una sorta di special edition per innovare il modello. Ci siamo detti che l’obiettivo erano 200 mila euro e io dissi che al massimo il Comune ne avrebbe potuti garantire tra i 30 e i 40 mila». Inoltre ci sono i contatti, attivati dal sindaco Boccali, con la Presidenza del consiglio dei ministri. Proprio mercoledì (l’appuntamento è stato disdetto), Comune e organizzatori erano attesi per parlare di un sostanzioso finanziamento. Sempre in tema di cifre, Cernicchi porta le delibere: al Festival sono andati 75 mila euro in sei anni più 21 mila come contributo per l’uso gratuito delle sale.
Zero risorse «Ieri – spiega – abbiamo approvato il bilancio di previsione: sapete quanto ho io per la cultura? Zero». E allora come si fa? Si fa con i privati che finanziano il 60% delle attività «e di certo non è che a questi promettiamo varianti al Piano regolatore». Nel 2013, secondo le tabelle fornite, 36 mila euro sono stati dati da Unipol, 42 mila da Generale prefabbricati, 15 mila da Coop Centro Italia, 24 mila da Bnp Paribas (che gestisce la realizzazione della Nuova Monteluce), 12 mila da Sipa, Ipi e Decoro urbano; il sostegno più forte è invece di Liomatic con 181 mila euro. Cernicchi è tornato anche sui costi di organizzazione della mostra «L’arte è un romanzo», recentemente organizzata a palazzo della Penna: «Non è costata – ha detto – 190 mila euro come dice Arianna Ciccone ma 149 mila, di cui 90 dai privati e il resto dal Comune». Stando alla tabella, 15.851 euro sono allocati alla voce «curatela», ovvero sono andati al curatore (Luca Beatrice, che ha curato molte mostre per il Comune), 47 mila per «allestimenti, didascalie e segnaletica» e 49 mila in «comunicazione».
Di più non si può Tornando a quanto tutti gli enti locali della regione possono stanziare, Bracco e Cernicchi hanno detto esplicitamente che «di più questa terra non può permettersi. Duecentomila euro non bastano e ne servono il doppio? A nome degli umbri diciamo che in questo momento storico di più non possiamo». Sulla mancata partecipazione all’incontro pubblico di lunedì l’assessore comunale spiega che lui sarebbe anche voluto andare, «ma poi visto com’è andata e con quella platea abbiamo fatto bene a non andare. Siamo stati linciati». Da ultimo si è discusso anche a proposito di come il festival spende i soldi: «Noi – dice Bracco – abbiamo i rendiconti di come vengono impiegati ma non sta a noi renderli pubblici. In caso possono farlo loro se vogliono». Dalla platea Guarducci lancia un’idea: «Ci sono questi 200 mila euro? Fate un bando destinato a giovani per un evento da tenere il prossimo anno. Da parte mia sono disposto a trovare per il Festival 20 aziende che mettano ognuna 20 mila euro e il primo a farlo sono io». Tra un numero e l’altro, si fa però sempre più largo la sensazione che Perugia possa perdere uno dei suoi appuntamenti di punta.