Operatori sanitari al lavoro a Pantalla (foto Fabrizio Troccoli)

di Danilo Nardoni

Le azioni messe in atto dalle Aziende sanitarie dell’Umbria per contrastare la violenza ai danni degli operatori sanitari e socio-sanitari, in crescita soprattutto dopo la pandemia, e gli impegni per il futuro oltre alla necessità di sensibilizzare la società civile anche grazie agli organi di informazione sono i temi toccati durante «Abbi cura di chi ti cura», incontro che si è svolto alla Sala dei Notari di Perugia.

L’incontro L’iniziativa organizzata dal Centro unico regionale di formazione in sanità, voluta dalla Regione e promossa in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che ricorre il 12 marzo, ha lo scopo di promuovere e diffondere – è stato sottolineato – una cultura che si discosti da ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori del settore sanitario e socio-sanitario, nonché sensibilizzare gli operatori stessi e i cittadini come il valore del “bene” salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, sia un obiettivo comune da raggiungere anche per garantire il benessere della comunità. Un tema molto sentito tanto che l’iniziativa ha registrato 250 adesioni da parte di operatori di Usl Umbria 1 e 2, Azienda ospedaliera Perugia e di Terni.

I numeri A essere evidenziati sono stati i dati delle aggressioni e degli atti di violenza sul lavoro nella sanità e assistenza sociale, con 141 casi in Umbria (115 con aggressione verbale e 26 fisica) nel 2022 (47 nel 2021, 79 nel 2020). In 123 segnalazioni non si è registrato nessun danno, in 17 un danno lieve o moderato e in un caso un danno severo. Oltre ai classici luoghi dell’emergenza, ora gli atti di violenza sono poi in crescita in area medica e nelle sale di attesa.

Massima attenzione L’incontro si è aperto con i saluti dell’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, e del direttore regionale Sanità e Welfare, Massimo D’Angelo. Coletto, che portando i saluti della presidente della Regione ha rassicurato gli operatori su «un percorso di difesa avviato», ha parlato di «massima attenzione» da tenere su un fenomeno attuale e delicato «che colpisce figure professionali che hanno un ruolo fondamentale per garantire il diritto alla cura e al benessere dei cittadini». «Abbiamo voluto organizzare questo evento aperto oltre che ai sanitari, anche alle istituzioni e alla comunità – ha affermato Coletto – proprio per sensibilizzare gli operatori ma anche la popolazione, per avviare un confronto che porti a promuovere azioni di prevenzione per arginare e prevenire un fenomeno che ha registrato episodi anche nelle nostre strutture sanitarie. Le azioni intraprese per contrastare la pandemia ci hanno permesso di essere tra le prime regioni, ma c’è stato un blocco di servizi inevitabile con prestazioni non erogate e gli animi si sono surriscaldati».

Il Piano L’assessore, ricordando che la Regione ha già redatto delle «Linee di indirizzo regionali per la prevenzione, la segnalazione e gestione degli episodi di violenza a danno dell’operatore sanitario», ha rinnovato quindi l’impegno di voler continuare il lavoro di sensibilizzazione. Sul «Piano unico di formazione regionale», approvato il 15 febbraio scorso e che fornirà strumenti e strategie per affrontare e gestire episodi di violenza, è poi intervenuta Mara Fabrizio, referente gestione e controllo del Centro unico formazione regionale. L’incontro, moderato da Stefano Piccardi, responsabile della comunicazione della direzione regionale Salute e Welfare, e poi proseguito con una tavola rotonda, è stato aperto dal racconto degli operatori con testimonianze video, come quella di Antonio Vitiello, infermiere del pronto soccorso di Città Castello, aggredito fisicamente da un paziente.

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