Gli imprenditori umbri del terziario di mercato – commercio, turismo, servizi, professioni – manifestano una «preoccupazione seria» nei confronti di criminalità e illegalità. Un imprenditore su dieci, infatti, percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza rispetto al 2021. In vista della decima Giornata nazionale di Confcommercio «Legalità, ci piace!», che si è svolta martedì a Roma, Confcommercio Umbria ha interpellato le imprese associate.
«Non vogliamo fare allarmismo – commenta il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni – semmai stimolare le istituzioni e gli istituti di ricerca alla massima attenzione nei confronti del disagio manifestato su questo fronte dai nostri imprenditori, che va meglio indagato e attenzionato».

L’indagine «Da dieci anni – ricorda Mencaroni – siamo impegnati per la diffusione della cultura della legalità nel nostro territorio. Contrastare questi fenomeni significa togliere un freno alle nostre possibilità di crescita». In base all’indagine su 200 imprese, quelli che sembrano aumentati di più sono gli atti di vandalismo e i furti. L’8,5 per cento degli imprenditori ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona, un dato al di sotto della media del centro Italia (14,1 per cento) e ancora più della media nazionale (21,4 per cento). Anche se poi sale al 15,5 per cento la percentuale degli imprenditori umbri che si dicono molto preoccupati per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket per chi fa impresa nel proprio quartiere o nella propria zona (contro il 17,3 per cento del dato medio del centro Italia e il 16,5 per cento della media nazionale).

I numeri In Umbria, il 69 per cento delle imprese si ritiene «molto o abbastanza» penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media del Centro Italia del 63,8 per cento e nazionale del 65,1 per cento). L’84,5 per cento delle imprese umbre ha investito in misure di protezione. Secondo il 43 per cento la qualità della vita nel proprio territorio è peggiorata nell’ultimo biennio. I fattori che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la diminuzione del reddito medio dei residenti, la chiusura di esercizi commerciali e servizi alla persona, la riduzione della sicurezza personale, diminuzione dell’offerta culturale e per il tempo libero.