Todi sembra avere sviluppato un’attrazione per tematiche tanto attuali sui social quanto distanti dalle conquiste civili. Dopo la vicenda della bibliotecaria rimossa per i «libri gender», è stata l’occasione della promozione del Festival del libro con l’ombra di Casapound e ora arrivano pure i negazionisti. Insomma, per non farsi mancare nulla, una manifestazione è in programma per domenica, alle ore 15.30, in piazza del popolo, con il format e lo stile di quelle già viste del ‘no paura day’. Tra gli ospiti, per come li presenta la locandina dell’evento, ci sono il medico Floriana Santori, l’avvocato Riccardo Luzi, un altro medico Anna Rita Iannetti, e una storica e saggista Annarita Mariani. Tra gli slogan quelli che non mancano mai, tipo ‘di covid si guarisce ma di dpcm si muore, ‘ ci hanno messi l’uno contro l’altro per non metterci contro di loro’, ‘basta paure’, ‘no obbligo vaccinale’ ed altri simili.

Approfondimento Dall’opposizione di Todi si sono sollevati appelli rivolti al sindaco Antonio Ruggiano per evitare l’ennesimo imbarazzo alla città. Ruggiano, attraverso una nota ha spiegato come l’autorizzazione delle manifestazioni non dipende dalla condivisione del messaggio o del pensiero da parte del sindaco e che la manifestazione di ogni pensiero è libera. A conferma che il suo, di pensiero, non è di certo dalla parte dei negazionisti, Ruggiano, ricorda come Todi abbia dato prova di essere tra le città con risposte efficaci alla pandemia, parlando di un ‘modello Todi’. Ruggiano afferma: «Credo fortemente nella scienza, nel valore dei vaccini e nelle organizzazioni internazionali. Ritengo, infine, che niente sia più lontano dalla realtà, dalle teorie che circolano, quotidianamente, sui social, infarcite di complotti, teorie strampalate e fantasie, negazionismi e terrapiattismi vari». Poi aggiunge: «Poter pensare che un Sindaco dell’Italia democratica possa “permettere” o “non permettere” una manifestazione in base alla corrispondenza con le sue idee, oltre che contro la legge è, a mio giudizio, un abominio». E ricorda l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di espressione del pensiero. Se non fosse chiaro: «Un conto è dire – ancora Ruggiano – non condivido quello che stai dicendo, altro è dire, se non la pensi come me non hai diritto di dirlo. Questo si fa nei regimi dittatoriali, non nelle democrazie mature. Chi vuole manifestare è libero di farlo, nei limiti di comportamento stabiliti dalle norme (nel nostro caso quelle stringenti delle disposizioni anticovid). Chi non è d’accordo è altrettanto libero di manifestare il dissenso. Nessuno, nessuno può violare le norme o le leggi e la Carta Costituzionale».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.