di Daniele Bovi

«Un falso refrain e una falsa preoccupazione». Così il neo presidente della Corte dei conti dell’Umbria, Antonello Colosimo, ha definito quella che è passata alla cronaca da tempo come la «paura della firma»; quella, cioè, che porterebbe molti dirigenti pubblici a non firmare gli atti per paura di finire davanti alla magistratura contabile. Del tema Colosimo ha parlato lunedì durante la cerimonia nel corso della quale il neo presidente si è insediato.

La paura della firma «Questa paura – ha detto nel suo intervento – nasce quando l’azione amministrativa è sottoposta a discrezionalità eccessiva del funzionario; le riforme post Tangentopoli se da un lato hanno completamente ribaltato i rapporti fra Stato centrale, amministrazione ed enti territoriali, dall’altro lato ha garantito un controllo preventivo di legittimità anche massiccio e sostanzioso». Un fattore che dovrebbe portare a «prevenire – ha continuato il neo presidente – quella paura che viene evidenziata in modo eccessivo e patologico». Un tema che «non può avere effetti sul corretto andamento dell’amministrazione».

Chi è Nato a Napoli ma cresciuto in Calabria Colosimo, 62 anni, vanta una lunga carriera all’interno delle istituzioni e un lunghissimo curriculum; fra le tante cariche ricoperte l’ultima è quella di capo di gabinetto al ministero delle Politiche agricole. In passato è stato anche alto commissario vicario per la lotta alla contraffazione, lavorando poi alla Ragioneria generale dello Stato del Ministero del Tesoro, in quello delle Comunicazioni, nella Presidenza del Consiglio dei ministri, nel Consiglio superiore Poste e delle telecomunicazioni e così via. Nel suo intervento Colosimo ha parlato anche del ruolo della Corte, «sempre legato allo stato di diritto», e del legame che c’è tra quest’ultima e la Costituzione che rende la magistratura contabile «garante e tutore di quel bene pubblico che è il bilancio».

Baldassarre Alla cerimonia, che si è tenuta alla Scuola di lingue estere dell’esercito, oltre ai vertici delle istituzioni civili e militari ha partecipato anche il costituzionalista folignate Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale che ha ricordato i suoi trascorsi a Perugia, compresi gli anni di insegnamento all’Università, e il fatto di come oggi la Corte dei conti abbia un ruolo ancora più importante rispetto a quando fu stabilito in Costituzione: «Questo perché oggi – ha detto – la politica di bilancio è molto più centrale rispetto a quando fu scritta la Carta».

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