Confartigianato Terni bacchetta l’amministrazione comunale «per la risposta tardiva ed inefficace della politica alle problematiche delle piccole imprese». Focus sulle chiusure dei negozi in città: «Situazione obiettivamente difficile – spiega Confartigianato Terni – e che necessita di interventi sistemici efficaci, che, speriamo vivamente vengano contemplati nei programmi della prossima tornata elettorale, di certo non necessita di atti approvati fuori tempo massimo con intenti che possono apparire autoassolutori, se non addirittura veri e propri alibi».
Attività commerciali Nel comunicato stampa dall’associazione ternana si fa riferimento all’atto di programmazione delle attività commerciali che sta per approdare in consiglio comunale che «secondo la normativa vigente – scrive Confartigianato – doveva essere approvato entro il 9/7/2018. L’amministrazione comunale del sindaco Latini ha fatto trascorrere l’intero mandato quinquennale, disinteressandosi della programmazione del commercio cittadino e adesso a due mesi dalle elezioni in un clima preelettorale agitato da polemiche e incertezze, quali forse mai si erano viste prima, ne vorrebbe discutere e magari approvarlo sbrigativamente con la considerazione che c’è urgenza altrimenti finisce il mandato». L’atto, stando a quanto specificato da Confartigianato, «è di tipo programmatorio, quindi non contiene, né può contenere, quelle risposte immediate delle quali i commercianti alle prese con squilibri economici e finanziari hanno urgente bisogno».
Confartigianato Terni «Di fronte alla abnorme presenza di medie e grandi strutture di vendita che assediano il centro, caratteristica dell’attuale conformazione commerciale della
città di Terni – spiega ancora l’associazione -, l’atto così come proposto tende a limitare le aperture di medie e grandi strutture di vendita ma solo in alcune zone della città e solo per un futuro abbastanza lontano. Infatti, non incide affatto né su quelle già operative, né sulle tante già autorizzate, che saranno realizzate nei prossimi mesi/anni. L’atto limita parzialmente le nuove aperture, ma non utilizza lo strumento previsto dal testo unico del commercio regionale, le cosiddette ‘aree sature’, ritenuto troppo restrittivo, bensì pone vincoli più blandi in alcune aree ritenute troppo interessate da flussi di traffico, che sono quelle di Borgo Rivo e di viale dello Stadio dove sono proprio i recenti interventi inaugurati dall’attuale amministrazione che hanno reso ‘critica’ la situazione della vivibilità urbana».
Chiusure negozi Focus sulle chiusure delle attività commerciali che, sempre secondo Confartigianato, «sono il risultato dei colpi inferti alla rete dei negozi di vicinato da fenomeni esogeni (inflazione, crisi covid, impatto globale dell’e-commerce, ecc.) o comunque sistemici (crisi demografica, crisi dei consumi) e dal venire al pettine dei nodi creati dalle politiche comunali negli ultimi decenni, inclusi certamente gli ultimi cinque: opere pubbliche finanziate completamente con le metrature commerciali, l’eccesso di aree commerciali medio-grandi e la localizzazione delle stesse in assedio del centro città, imposte, tasse e tariffe ai massimi livelli e nessuna mitigazione della leva fiscale negativa contro le imprese, mancanza di una politica di attrazione di nuovi investimenti produttivi sul territorio, politiche degli eventi e turistiche scarsamente efficaci ai fini commerciali, politiche del decoro e della sicurezza migliorabili, insufficienza delle infrastrutture purtroppo non affrontata nemmeno con il Pnrr per citarne alcune si ricorda la situazione della Terni-Spoleto e la mancanza di infrastrutture veloci di collegamento Cascata -centro città».