Contaminazione di solfati, boro, manganese e tetracloroetilene (Pce). Questo il risultato dei campionamenti e delle analisi compiuti da Arpa nella zona industriale di Fabro costruita su un terrapieno formato tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta con lo sversamento di oltre un milione di tonnellate di ceneri derivanti dalla combustione del carbone prodotte dalla centrale Enel di La Spezia, si parla di uno strato di circa 6 metri su un’area estesa 11 ettari.
Nuove indagini Arpa entro gennaio Nella relazione inviata alla Prefettura di Terni a fine dicembre e pubblicata lunedì sul sito dell’Agenzia regionale per l’ambiente si legge che allo stato attuale degli accertamenti, compiuti attraverso prelievi in quattro pozzi presenti in zona e non utilizzati a fini potabili, «il dettaglio informativo delle conoscenze non consente di correlare con sufficiente certezza tali caratteristiche alla presenza delle ceneri derivanti da combustione del carbone e necessita quindi di essere completato». In questo senso alle istituzioni coinvolte, dalla Regione Umbria al Comune di Fabro passando per la Asl di Orvieto, viene annunciato entro gennaio un Piano di indagine allargato che porterà «all’estensione dell’area d’investigazione e al reperimento di ulteriori punti di monitoraggio».
M5s chiede bonifica Altro fronte è poi quello della radioattività su cui, come già denunciato dal M5s, che ha riaperto il caso delle ceneri di Fabro dopo 30 anni attraverso un’interrogazione parlamentare presentata dai deputati umbri Tiziana Ciprini e Filippo Gallinella, a cui si è poi aggiunta quella messa sul tavolo della commissione europea dall’europarlamentare Laura Agea. Sul punto era già stato reso noto come dalle misurazioni fossero emersi valori di radioattività rilevati compresi tra 0,1 e 0,4 microsievert/ora con una media di 0,14, livelli che il M5s ha giudicato «preoccupanti se si considera che a Tokyo, dopo Fukushima, il livello medio era 0,25».
Arpa esclude contaminazioni Sulle rilevazioni di livelli di radioattività più elevati, ossia punto 12 con 0,195 e punto 22 con 0,4, nella relazione Arpa si legge: «L’incremento è attribuile alla presenza di ceneri e materiale tufaceo affioranti, ma in entrambi i casi le concentrazione rientrano ampiamente nei valori di Clearance di riferimento e allo stato attuale non risulta evidenza di contaminazione di aria, acqua e suolo anche se non è possibile escluderla in futura qualora mutassero le condizioni di utilizzo del sito attraverso la rimozione dell’asfalto o lavori di escavazione». Intanto, però, il 6 gennaio dal blog di Beppe Grillo il M5s è tornato alla carica chiedendo l’immediata bonifica del sito.