Si rischia di perdere in tre anni il 30 percento dei posto programmati dalle università di infermieristica. E’ questo il dato che traccia il Nursing, il sindacato dei camini pianghi nel segnalare un ulteriore calo degli iscritti alla facoltà, che per il Centro Italia si attesta in un -14.4 % per l’anno di studi 2023 – 2024. Il calo di iscritti può avere immediate ripercussioni nelle corsie degli ospedali e, in generale, nella sanità di territorio, già provata da carenze di personale sanitario a diversi livelli.
Percentuali La percentuale in Italia è di -10,5%, relativamente al calo delle iscrizioni per l’anno accademico 2023-2024, secondo il report della Conferenza nazionale corsi di laurea professioni sanitarie. Siamo passati dalle 25.539 domande dello scorso anno alle attuali 22.870 su 19.860 posti (lo scorso anno i posti erano 19.375 ), così diviso tra le tre aree geografiche: Nord -14,0%, Centro -14,4% Sud -5,4%. L’anno scorso il calo è stato pari al – 9,2%. nonostante il numero dei posti disponibili nel 2022 fosse stato allargato con una percentuale del 3.5%.
Sindacato Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up spiega che «al calo di iscrizioni alla facoltà di infermieristica, si aggiungono le dimissioni volontarie dalla professione e le fughe all’estero di giovani professionisti, attratti da stipendi decisamente più dignitosi e da prospettive di carriera ben diverse. Manca di fatto il ricambio generazionale per arginare quella voragine di infermieri che si traduce in una mancanza di almeno 100mila professionisti, numeri indispensabili per adeguarsi agli standard minimi degli altri paesi europei che corrono veloci verso il futuro. Urgono – continua – sostanziosi aumenti di stipendio, e nuovi strumenti di rinnovamento ed organizzazione delle attività sanitarie. La verità è che quello della professione infermieristica resta un ambito affascinante come pochi, e rappresenterebbe ancora l’obiettivo, almeno iniziale, di molti giovani che coltivano il sogno di prendersi cura della salute della collettività, ma la dura realtà delle magre retribuzioni, dei turni massacranti, delle violenze subite nelle corsie, “taglia le gambe” alle aspirazioni di indossare quel camice».
Tasso abbandono E’ alto anche il tasso di abbandono degli studi prima del loro termine, con una preoccupante percentuale che oscilla tra il 19 e il 20% e che indica coloro che non arriveranno alla laurea. «L’Italia – ancora il Nursing – rischia di perdere, nei prossimi tre anni, fino al 30-30,5% di infermieri rispetto ai numeri, per noi peraltro già molto bassi, programmati dalle stesse Regioni e dal Governo, con conseguenze inimmaginabili per la delicata qualità dell’assistenza e per il diritto alla salute dei cittadini».