Così come un anno fa, si riapre lo scontro tra la Regione e il Governo in materia di caccia, e in particolare sulla chiusura anticipata per tre specie (tordo bottaccio, cesena e beccaccia) che non vede d’accordo palazzo Donini. Con un decreto il presidente del Consiglio dei ministri ha diffidato alcune regioni (Umbria, Toscana, Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Calabria e Lombardia) a disporre entro 15 giorni la chiusura della caccia per le tre specie sopra citate «al fine di conformare i calendari venatori al direttive comunitarie». Le doppiette dovrebbero smettere di sparare contro le tre specie citate il 20 gennaio e non il 31 come da calendario regionale. E in caso di inadempienza, sarà direttamente il Governo a intervenire. Palazzo Donini contro la chiusura anticipata esprime un no netto.
Come un anno fa «La Regione – spiega l’assessore Fernanda Cecchini – ribadisce la validità del calendario venatorio 2015/2016, predisposto e approvato nel pieno rispetto della legge nazionale sulla caccia, e pertanto non anticiperà al 20 gennaio la chiusura come imposto da un decreto del presidente del Consiglio dei ministri». «Purtroppo – aggiunge – si sta ripetendo la situazione di criticità di un anno fa che si sarebbe potuta evitare se, come richiesto dalle Regioni al tavolo tecnico con i Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, si fosse proceduto alla modifica della normativa nazionale rendendola coerente con la normativa comunitaria. Evidentemente – rileva – il Governo non ritiene necessario adeguare la legge nazionale 157/92 che indica i periodi del prelievo venatorio e che, per le tre specie interessate dal decreto, prevede la chiusura al 31 gennaio come abbiamo confermato con il nostro calendario anche per questa stagione venatoria».
Si faccia chiarezza «Da anni – conclude Cecchini – le Regioni stanno chiedendo al ministro competente di confermare o modificare i periodi di caccia stabiliti nell’articolo 18 della legge nazionale e di sostenere in sede europea l’effettiva uniformità dei provvedimenti in materia venatoria. Dopo il ‘commissariamento’ dello scorso anno, abbiamo dato la nostra collaborazione per trovare soluzioni alle diverse problematiche ed evitare così anche possibili procedimenti di infrazione a carico dell’Italia da parte dell’Unione Europea. Non siamo disposti perciò a subire questo nuovo atto d’imperio ma chiediamo che una volta per tutte il Governo faccia chiarezza su obblighi e periodi cacciabili, non scaricando sulle Regioni la responsabilità di eventuali violazioni delle direttive comunitarie, in modo da poter lavorare al nuovo calendario sulle base di regole indiscutibili e condivise».