Un'area del Grocco

Carenze di personale, prime visite interrotte e poi riprese e altre difficoltà. Lunedì a Perugia in Quarta commissione si è parlato della situazione del Centro servizi «Grocco», in cui sono riuniti diversi servizi territoriali, comprese due strutture residenziali. In particolare al centro dell’ordine del giorno di Riccardo Mencaglia (FdI) e Nicola Volpi (Progetto Perugia), approvato all’unanimità, i problemi relativi a neuropsichiatria infantile, psicologia clinica e riabilitazione dell’età evolutiva.

La lettera Mencaglia ha aperto la seduta leggendo una lettera in cui i genitori di un bambino autistico dicono di sentirsi «abbandonati dalle istituzioni». Nella lettera si dà conto della professionalità del personale e si stigmatizza il comportamento delle istituzioni alle quali i genitori hanno provato a chiedere conto, senza ricevere risposta. Per quanto riguarda il disturbo dello spettro autistico, come sottolineato martedì da diversi relatori i casi sono aumentati negli ultimi tempi anche grazie a più raffinate tecniche diagnostiche.

L’ordine del giorno Di fronte a questa situazione sono emersi problemi come l’insufficiente presenza di personale specializzato (psicologi e neuropsichiatri infantili) causa pensionamenti, trasferimenti e maternità; carenza di locali e spazi in misura adeguata e l’assenza, dopo il pensionamento di Angolo Pierini, di un responsabile della struttura. Una situazione aggravatasi negli ultimi mesi con medici e psicologi che hanno in carico un centinaio di bambini ciascuno. «La scarsità di personale – è detto nell’odg – impedisce ai pazienti collocati in lista di attesa di essere presi in carico e, quindi, di poter accedere tempestivamente al servizio, con ciò pregiudicando le loro possibilità di miglioramento, crescita e sviluppo».

La delibera La Regione ormai un anno fa aveva approvato una delibera prevedendo l’istituzione di una «Rete regionale per l’organizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria infantile». Il provvedimento però è rimasto sostanzialmente lettera morta, motivo per cui l’odg chiede alla giunta comunale di sollecitare Regione, Usl e Università ad attuarlo. In particolare viene chiesta la nomina di un direttore del Servizio di Neuropsichiatria infantile, il potenziamento dell’organico, di trovare soluzioni per l’ampliamento degli spazi e, per quanto riguarda l’Università, di attivare corsi di specializzazione specifici.

I problemi Il vicensindaco Gianluca Tuteri si è detto conscio del problema, e ha poi letto una mail del 15 maggio scorso in cui è stata comunicata ai genitori di un paziente la sospensione delle prime visite per quanto riguarda i disturbi specifici dell’apprendimento «fino alla sostituzione degli specialisti che hanno cessato il servizio». Nel frattempo però le prime visite, come spiegato dalla dottoressa Barbara Blasi (direttrice facente funzioni) sono riprese. Quanto al nuovo direttore, dopo una serie di lungaggini burocratiche e un ricorso dell’Ordine degli psicologi, la procedura è ripartita e lo scorso 6 maggio è stato individuato il nome.

Personale Più in generale la carenza di personale riguarda l’intero comparto sanitario ma, nel caso del «Grocco», le difficoltà riguardano soprattutto i neuropsichiatri. Problemi che si è cercato di risolvere ampliando gli orari mentre è in corso la definizione di una graduatoria per assumere nuovi psicologi. Grazie alle risorse del Pnrr, poi, saranno realizzati alcuni lavori. Alla seduta ha partecipato anche Massimo Rolla, garante per i diritti dei diritti delle persone con disabilità che ha proposto, viste le lungaggini (anche un anno per un appuntamento finalizzato a ottenere certificazioni come quelle per la 104), l’attivazione di corsi di formazione e specializzazione specifici per neuropsichiatri presso l’Università di Perugia; proposta che Fabrizio Croce (Idee persone Perugia) ha trasformato in un ordine del giorno.

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