Lo stemma del Grifo sul petto

«Cosa succederà ce lo stiamo chiedendo un po’ tutti, ci sentiamo spesso con gli altri colleghi della serie B, stiamo cercando di uniformare tutte le società per le attività e dare date ora è cosa irrealistica ed è anche sbagliato ipotizzarne. L’unica cosa adesso è monitorare la situazione, utilizzare questo tempo nel miglior modo possibile per prepararci ai campionati». Un punto di vista professionale ed emozionale quello di Michele Bisogni, medico sociale del Perugia, intervistato da La Nazione. «Finché la situazione non si normalizza è difficile pensare al calcio giocato, dobbiamo aspettare passi l’emergenza: in una società non ci sono solo giocatori, ma tante persone che entrano in contatto ed è difficile poter garantire norme di sicurezza, dalle misure, al tracciare i contatti avuti. Il calcio diventa un vettore di contagio importante. Il messaggio dei medici della B è quello di non mettere a rischio le vite umane per il calcio. Quindi bisogna aspettare». Per i calciatori più che per altri c’è il problema del mancato allenamento. «Sono nel loro domicilio, lontani anche dagli affetti, sono situazioni di stress psico-fisico elevato. Devono cercare di gestire lo stress con un’attitudine positiva: loro sono atleti non solo quando fanno gli allenamenti e il mio invito è quello di non trascurare alimentazione ed esercizi fisici, si perde anche il 40% della parte di resistenza cardio-respiratoria e fare esercizi è importante».

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