©Fabrizio Troccoli

di Enzo Beretta 

Un gambiano di 26 anni è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver violentato una minorenne «all’interno della sua stanza nella Caritas di Todi». Lo ha stabilito il giudice per l’udienza preliminare di Perugia, Piercarlo Frabotta. Il processo per lo straniero inizierà a maggio. «Le saltava addosso e la sdraiava con forza sul letto costringendola a un rapporto sessuale», ricostruisce la Procura della Repubblica, che ha ottenuto la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per il coimputato romano di 47 anni ritenuto colpevole del reato di pornografia minorile. L’uomo, difeso dall’avvocato Emma Contarini, nel corso del processo con rito abbreviato è stato assolto dalle accuse di prostituzione minorile ma anche di detenzione o accesso a materiale pornografico: in ogni modo dovrà pagare una multa di seimila euro.

La denuncia I fatti oggetto delle contestazioni risalgono all’autunno del 2019 ma vennero denunciati alcuni mesi più tardi dalla 17enne che raccontò ai carabinieri di aver avuto cinque rapporti sessuali con il giovane gambiano, «tutti consumati alla Caritas di Todi dove lui aveva una stanza». Poi aggiunge: «Solamente in un’occasione quell’uomo ha filmato col cellulare il nostro rapporto girando alcuni video». A proposito della presunta violenza sessuale spiega: «Mi è saltato letteralmente addosso sdraiandomi con forza sul suo letto e mi ha costretto ad avere un rapporto con lui. Cercavo di sfuggire e di allontanarlo ma lui ha insistito talmente tanto che io ho ceduto». Per quanto riguarda invece il romano la vittima ha raccontato di averlo conosciuto su Snapchat: «Quando facevamo sesso giravamo dei video con la telecamera del suo cellulare, li abbiamo filmati almeno 8 volte su 10». È finita con lei che quando interrompe la relazione si sente rispondere dall’uomo – è scritto in denuncia – che avrebbe mostrato quei video hot alla madre. Stando a quanto si legge il romano ha anche inviato «una foto di me nuda» al gambiano (difeso dall’avvocato Andrea Borghini del Foro di Firenze), che nel corso del processo dovrà difendersi anche dalla contestazione di pornografia minorile. Negli atti giudiziari, sintetizza il pubblico ministero: «Producevano materiale pedopornografico. In maniera autonoma e in momenti diversi i due avevano rapporti sessuali completi con la diciassettenne, che avevano filmato con i propri telefoni cellulari e che si erano successivamente scambiati attraverso Whatsapp».

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